La scuola, si sa, non è esattamente il luogo dove ogni ragazzo sogna di passare le giornate. Soprattutto durante il periodo critico dell’adolescenza, sono tanti i giovani che manifestano segni di insofferenza verso la routine mattutina, i compiti a casa e le costanti pressioni che l’ambito scolastico esercita.
In alcuni casi, i fattori negativi che possono scaturire dai diversi contesti di vita si sommano a tal punto da determinare un fenomeno che viene definito disadattamento scolastico. Si determina una situazione nella quale lo studente non è più in grado di agire in linea con le aspettative del contesto, palesando uno squilibrio tra le proprie motivazioni e l’esigenza di completare gli studi.
Spesso, le ragioni che spingono un ragazzo a lasciare la scuola non derivano prettamente dall’ambiente nel quale si svolgono le lezioni, ma sono rintracciabili anche nei problemi individuali e familiari del proprio vissuto.
Una bassa autostima e uno scarso senso di autoefficacia, così come problematiche legate alla sfera cognitiva ed emozionale, sono tutti elementi che possono influire pesantemente sulla capacità di reggere il ritmo dettato dall’istituto di appartenenza.
Allo stesso modo, le condizioni socioeconomiche e il livello di istruzione della propria famiglia possono determinare una propensione del nucleo familiare (anche non cosciente) a non ritenere la futura formazione accademica abbastanza importante.
Il contesto relazionale che il ragazzo si trova a vivere con i propri genitori, infatti, rappresenta uno dei punti cardine sui quali è basata la volontà di continuare gli studi. Uno stile parentale troppo autoritario e iperprotettivo, come anche uno eccessivamente lassista oppure inficiato da una svalutazione costante, possono determinare una propensione a lasciarsi travolgere dalle avversità che il percorso scolastico inevitabilmente pone davanti ai giovani.
Può capitare, inoltre, che la cultura di appartenenza del soggetto e lo stile di vita diametralmente opposti rispetto alle regole dell’istituzione segnino un solco troppo profondo per far si che i bambini o i ragazzi si adattino al luogo di studio.
Non sempre le scuole e gli insegnanti forniscono il giusto supporto agli studenti più difficili, sottovalutando l’aspetto relazionale di cui necessiterebbe sempre l’insegnamento. Metodologie poco motivanti e poco interattive rischiano di esacerbare quel disagio che porta a fenomeni come l’assenteismo e l’abbandono definitivo.
Sono state sintetizzate quattro cause che determinano l’allontanamento volontario e la compromissione della propria istruzione:
- L’evitamento di cose e di luoghi che generano ansia, spesso derivata dalla difficoltà nel separarsi dai genitori.
- La paura nei confronti di situazioni sociali e di valutazioni da parte degli insegnanti.
- La volontà di attirare l’attenzione di genitori attraverso il rifiuto della scuola.
- Gratificazioni extrascolastiche che di fatto si sostituiscono alla normale prosecuzione del percorso di studi.
Soprattutto nei periodi di ritorno dalle vacanze, o nel passaggio da una scuola all’altra, metodologie di prevenzione e di trattamento possono risultare fondamentali per impedire la comparsa di quel disagio che può contribuire alla comparsa di veri e propri stati patologici.
di Daniele Sasso
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