23 Novembre 2024
Tre uomini e un maiale

Tre figure umane e un animale che potrebbe essere un grosso maiale: il più antico esempio di narrazione conosciuto, risalendo ad almeno 51000 anni fa (Immagine: Griffith University)

Tre uomini e un maiale - Grazie a nuovi metodi di datazione una pittura rupestre in Indonesia si scopre più antica di quanto creduto: è il primo esempio di narrazione conosciuto

Sulawesi, Indonesia: la più antica arte rupestre narrativa conosciuta risale ad almeno 51.200 anni fa. La scoperta riscrive la cronologia delle forme di espressione artistica umana, mettendo nel contempo in luce le capacità narrative dei nostri antenati.

Le grotte nella regione di Maros-Pangkep, Sulawesi (Indonesia) ospitano un patrimonio di arte figurativa risalente al paleolitico, fra cui una scena dipinta con pigmenti rossi sulla parete della caverna raffigura figure dall’aspetto umanoide, alcune delle quali brandiscono lance o corde, accanto a creature molto più grandi che assomigliano a maiali o mammiferi con gli zoccoli. La raffigurazione di queste scene suggerisce un livello di sofisticatezza nella cultura umana primitiva precedentemente sconosciuto.

“La narrazione è una parte estremamente importante dell’evoluzione umana e forse aiuta anche a spiegare il nostro successo come specie” afferma Adam Brumm, archeologo presso la Griffith University e coautore dello studio “Trovare prove di ciò nell’arte, in particolare nell’arte rupestre molto antica, è eccezionalmente raro. La nostra scoperta suggerisce che la narrazione sia stata parte della storia umana da tempi più antichi di quanto si sia pensato finora”.

Alcune figure nei dipinti suggeriscono l’idea di un teriantropo, una figura che combina attributi umani e animali: “Gli archeologi sono molto interessati alle raffigurazioni dei teriantropi nei reperti archeologici, perché forniscono la prova della capacità di immaginare l’esistenza di un essere soprannaturale, qualcosa che non esiste nella vita reale”.

L’arte rupestre è anche la prima prova della presenza dell’Homo sapiens nella regione

Rispetto alle stime precedenti la datazione è stata spostata indietro di 5.700 anni, dimostrando come le capacità narrative complesse fossero presenti negli esseri umani prima di quanto finora ritenuto.

Datare con precisione l’arte rupestre preistorica è da tempo una sfida per gli archeologi. I metodi tradizionali, come la tecnica della serie di uranio basata sulla soluzione del calcio, comportano l’analisi dei depositi di carbonato di calcio che si formano naturalmente, in strati sovrapposti come gli anelli di un albero, a seguito del gocciolamento dell’acqua sopra le pitture rupestri: misurando il decadimento radioattivo dell’uranio-234 e dell’uranio-238 in torio all’interno di questi depositi, i ricercatori possono stimare l’età minima dell’arte sottostante.

Tuttavia, le complessità delle storie di crescita delle rocce (per esempio minerale cresce anche in piccole formazioni chiamate “popcorn di grotta” in cui gli strati sono curvi e distorti e ciò può rendere meno precisi i campioni trasversali) spesso portano a una sottostima della vera età dell’arte.

Un approccio all’avanguardia è stato utilizzato dai ricercatori per superare queste limitazioni, la laser ablation uranium-series imaging (LA-U-series): si tratta di un metodo in cui un laser viene accoppiato a uno spettrometro di massa per analizzare campioni di carbonato di calcio in modo estremamente dettagliato.

“L’idea è quella di creare una mappa del campione in modo da capire dove si trovano gli strati e poi poter effettivamente selezionare gli strati giusti [per calcolare un’età più accurata].” spiega Renaud Joannes-Boyau, coautore dello studio e geocronologo della Southern Cross University. Concentrandosi sui materiali più vicini allo strato di pigmento, questa tecnica produce stime sull’età più accurate.

Applicando il metodo a una scena di caccia nella grotta Leang Bulu’ Sipong 4 (ubicata nella stessa zona), precedentemente datata ad almeno 43.900 anni fa i ricercatori hanno scoperto che l’antica opera ha almeno 48.000 anni, determinando che già esso stesso è uno dei dipinti narrativi più antichi al mondo.

Hanno quindi rivolto la loro attenzione a un dipinto non datato in precedenza a Leang Karampuang, raffigurante tre figure simili a esseri umani che interagiscono con un maiale. Utilizzando il metodo di datazione avanzato, hanno determinato che questa opera d’arte ha almeno 51.200 anni. Ciò la rende la più antica arte rupestre figurativa conosciuta e la più antica scena narrativa scoperta fino a oggi.

Karampuang Hill
Karampuang Hill, la formazione calcarea all’interno di una cui grotta è conservata la più antica forma di narrazione, una pittura rupestre, finora scoperta (Immagine Google Arts & Culture)

L’Homo sapiens utilizzava l’arte per raccontare storie decine di migliaia di anni prima rispetto all’arte antica scoperta in Europa

Un’arte narrativa talmente antica da sfidare le attuali ipotesi su tempi e modalità dello sviluppo dell’espressione artistica umana, ritenuta comune solo a partire dal tardo pleistocene, non oltre 14000 anni fa.

Lungi dal limitarsi alla sola arte, la scoperta implica i primi esseri umani possedessero capacità cognitive avanzate che consentivano loro di creare e comprendere narrazioni complesse e rappresentazioni simboliche, uno degli aspetti fondamentali nel renderci umani.

Rispetto ai metodi disponibili fino a pochi anni fa la laser ablation uranium-series mostra in questo studio sulle pitture rupestri del Sulawesi il suo potenziale rivoluzionario nell’archeologia, con la sua rapidità, minore invasività, migliore risoluzione e anche costi inferiori.
I ricercatori continueranno ad applicare tecniche di datazione avanzate a ulteriori esempi di arte antica, con l’aspettativa di ulteriori rivelazioni sulle origini e l’evoluzione della creatività umana. In Africa è stata per esempio trovata dell’ocra incisa che si stima abbia un’età compresa tra 70.000 e 80.000 anni.

Lo studio Narrative cave art in Indonesia by 51,200 years ago è stato pubblicato su Nature (luglio 2024).

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