23 Novembre 2024
Lokiceratopo
Prende il nome da Loki, il dio degli inganni fratello di Thor nella mitologia norrena, la nuova specie di dinosauro "cugino" del Triceratopo. Basta guardarlo per capire il perché.

Nella mitologia norrena Loki è il dio degli inganni fratello cattivo di Thor e la caratteristica peculiare sono le grandi corna ricurve che ornano il suo copricapo; il personaggio gode da qualche anno a questa parte di grande popolarità grazie alle trasposizioni cinematografiche e televisive targate Marvel, ma tale caratteristica è ancor più evidente nella versione originale a fumetti dell’editore americano e spiega con eloquenza perché per una nuova specie di dinosauro i paleontologi si siano ispirati proprio a Loki quando si è trattato di trovargli un nome.

Portato alla luce nelle badlands (calanchi, in italiano) del Montana (vicino al confine col Canada) nel 2019, Lokiceratops rangiformis è un rappresentante del sottordine Ceratopsia come il Triceratopo, probabilmente il più famoso dinosauro dotato di corna. Il cranio asimmetrico e una serie di ornamenti unici sulla testa, due lunghe corna sopra il naso e tre sul collare, le più grandi simili a scimitarre, hanno stupito i paleontologi.

Il dinosauro è ora ospitato presso il Museo dell’Evoluzione (Evolutionsmuseet) di Knuthenborg (Maribo), Danimarca, vagava per la Terra circa 78 milioni di anni fa, Cretacico superiore, in un continente chiamato Laramidia (nell’attuale Nordamerica occidentale) che all’epoca ospitava una vasta gamma di dinosauri ceratopsidi tra cui cinque specie diverse trovate nello stesso assemblaggio di fossili. Due distinti gruppi di dinosauri cornuti dominavano la regione: i Chasmosaurini, antenati del Triceratopo, principalmente a sud, mentre i Centrosaurini, la famiglia cui appartiene Lokiceratops, prediligevano la zona settentrionale.

Oggi si ritiene le corna dei ceratopi non avessero funzioni difensive

Il nome Lokiceratops è ispirato al dio nordico ma anche un omaggio alla sua nuova casa in Scandinavia mentre rangiformis, il nome della specie, richiama la somiglianza delle corna del dinosauro a quelle della renna e il nome nel suo insieme si potrebbe tradurre in la faccia cornuta di Loki che sembra un caribù.

La lunghezza di 6,7 metri per un peso di 5 tonnellate rendevano questo erbivoro paragonabile per dimensioni a uno scuolabus; comparso 12 milioni di anni prima rispetto al suo celebre cugino il Triceratopo, sfoggiava due lunghe corna sulla parte anteriore del capo e tre corna prominenti sulla balza posteriore; poi le più stupefacenti, le piatte corna larghe e ricurve come scimitarre e che superavano i 60 centimetri di lunghezza. Le corna presentano una rara asimmetria e ricordano i palchi delle renne e a risaltare è anche ciò che manca, ovvero il corno anteriore sul muso che ha reso iconici tanti altri ceratosauri.

Il suo aspetto potrebbe essere considerato minaccioso, ma come per i suoi simili i paleontologi ritengono che anche nel caso del Lokiceratops le corna non fossero utilizzate a scopo difensivo ma per mettersi in mostra, come un segno di riconoscimento di appartenenza alla specie o nel rituale di accoppiamento per la selezione del compagno, come avviene ancora oggi fra gli uccelli, in effetti discendenti dei dinosauri.

“Questo nuovo dinosauro supera i limiti del bizzarro persino per il le decorazioni sul capo di un ceratopo, sfoggiando i più grandi ornamenti su collare osseo mai visti [in questo gruppo]” commenta Joseph Sertich, ricercatore presso la Colorado State University nonché coautore del nuovo studio nella conferenza stampa sulla scoperta del dinosauro durante la presentazione al Museo di Storia Naturale dello Utah, dove è esposta una replica.
“Questi ornamenti craniali sono una delle chiavi per comprendere la varietà dei dinosauri cornuti e dimostrare che la selezione evolutiva verso sfoggi visivi di grande effetto ha contribuito alla strabiliante ricchezza degli ecosistemi del Cretaceo”.

Lokiceratops
Ricostruzione artistica di Lokiceratops nelle paludi del Montana del Cretaceo, con due Probrachylophosaurus sullo sfondo (Immagine: Fabrizio Lavezzi/ Evolutionmuseet di Maribo)

I ceratopsi erano erbivori e i paleontologi ritengono vivessero in branco

Lokiceratops è il quarto Centrosaurino rinvenuto nel suo ecosistema del Montana: diverse specie affini devono quindi essersi evolute con rapidità in un’area relativamente piccola. Ma quando 12 milioni di anni più tardi sarebbe comparso il Triceratopo erano rimaste solo due specie di dinosauri cornuti a vagare nella distesa fra gli odierni Canada e Messico, forse in conseguenza di una stabilizzazione e omogeneità climatica.

La descrizione di Lokiceratops si basa su frammenti ricomposti a formare un cranio incompleto, tanto che inizialmente i paleontologi lo credevano appartenente a un Medusaceratops; le caratteristiche peculiari come l’assenza del corno nasale, le corna frontali cave e le massicce lame ricurve sul collare non erano mai state identificate in un dinosauro cornuto in precedenza.

Permangono comunque i dubbi e gli inviti alla cautela da parte di altri ricercatori: la classificazione di molte specie di ceratopi si basa su una quantità limitata di resti fossili e alcune delle caratteristiche che fanno pensare a una nuova specie potrebbero invece essere proprie di un Medusaceratops in età particolarmente avanzata oppure costituire una variazione genetica.

Gli autori stessi della nuova ricerca convengono che ulteriori ricerche e l’individuazione di nuovi reperti fossili siano necessari, ma per una motivazione diversa: ritengono infatti che saranno ancora molte le specie di dinosauri dotati di corna vissute nello stesso periodo e a oggi sconosciute che verranno descritte nel prossimo futuro: “Lokiceratops ci aiuta a capire che stiamo solo grattando la superficie quando si tratta della diversità e delle relazioni all’interno dell’albero genealogico dei dinosauri cornuti” conclude Loewen.

Lo studio Lokiceratops rangiformis gen. et sp. nov. (Ceratopsidae: Centrosaurinae) from the Campanian Judith River Formation of Montana reveals rapid regional radiations and extreme endemism within centrosaurine dinosaurs è stato pubblicato sulla rivista Peer J (giugno 2024).

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