Pro Roscio Amerino: Cicerone difende un parricida e attacca il sistema
La storia che voglio raccontarvi oggi ha per protagonista Cicerone, l’avvocato e oratore più famoso di sempre, in una delle sue prime cause, quella in difesa di un presunto parricida, Sesto Roscio Amerino, cittadino dell’attuale Amelia (ai tempi Ameria), in provincia di Terni.
Crisogono, Silla e le liste di proscrizione
Per capire l’importanza dell’orazione nota con il nome di Pro Roscio Amerino caliamoci nella realtà dell’80 a.C. quando Cicerone pronunciò quella che sarebbe diventata una delle sue più famose orazioni.
A Roma comandava con poteri dittatoriali il nobile Silla e, fra le varie misure, aveva adottato le liste di proscrizione, cioè l’elenco delle persone che avevano parteggiato per i nemici di Silla o si erano a lui opposti.
Essere inseriti nelle liste di proscrizione era sostanzialmente la più dura condanna che un romano poteva subire e comportava, fra l’altro, la confisca di tutti i beni che venivano venduti all’asta: chiunque poteva accaparrarseli con somme modeste o irrisorie, accumulando ricchezze straordinarie.
La gestione delle liste era affidata al liberto Crisogono, fedelissimo di Silla, ed è proprio a Crisogono che i due cugini di Roscio si rivolgono per entrare in possesso a buon mercato delle proprietà del padre di Roscio, morto assassinato da poco.
Per questo motivo, Crisogono inserisce Roscio padre nelle liste di proscrizione, quando era già morto. In conseguenza dell’iscrizione nelle liste, i numerosi possedimenti di Roscio padre vengono messi all’asta: Crisogono e i due cugini riescono ad aggiudicarsi i beni con un’avidità incredibile.
Per dare una cifra, i valori dei beni erano stimati a 6 milioni di sesterzi e pare che fossero stati acquistati dai complici per 2000 sesterzi. Roscio figlio, unico erede di questa fortuna, per tentare di riconquistarla, vuole rivolgersi a famiglie influenti romane, con cui il padre aveva stretti legami.
Così facendo, Roscio figlio complica le cose: la minaccia di cercare protezione rivolgendosi alle influenti famiglie romane rischiava di scoperchiare lo sporco che girava attorno alle liste di proscrizione.
La prima causa penale di Cicerone
Fu allora che Crisogono e i due cugini accusarono Roscio di parricidio; nessuno ebbe il coraggio di prendere in carico la sua difesa perché avrebbe significato gettare luce sul sistema delle liste di proscrizione di Silla.
Solo Cicerone, ai tempi molto giovane e poco conosciuto, ebbe il coraggio di difenderlo e attaccò apertamente il liberto Crisogono della mala gestione delle liste. Pro Roscio Amerino fu la prima orazione penale di Cicerone e portò all’assoluzione di Roscio figlio.
L’orazione di Cicerone portò Silla a una decisione drastica: dovette “scaricare” il suo fedelissimo Crisogono, accusato di aver tratto profitto e ricchezze dalle liste di proscrizione.
Il gesto fu un atto dovuto da parte di Silla che rischiava, in caso contrario, di perdere l’appoggio delle famiglie nobili romane, indignate che un liberto facesse affari e si arricchisse a danno loro.
L’orazione, oltre alla condanna di Crisogono, mise in luce la capacità e il coraggio del giovane Cicerone che seppe gestire la “patata bollente” in maniera egregia, traendone un successo personale che lo lanciò nella carriera.
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