Archeologia

Le donne dell’antichità? Erano più toste di quello che si pensava

Altro che sottomesse agli uomini e perfetti angeli del focolare: più volte l’archeologia ha dimostrato che le donne dell’antichità non solo erano più toste di quello che si pensava, ma in più hanno ricoperto ruoli che, tradizionalmente, si credeva fossero prerogativa dei maschi.

Le donne, nel corso dei secoli, sono state guerriere, strateghe, leader carismatiche e, in più di un’occasione, hanno anche compiuto vere e proprie imprese di forza, di astuzia e di coraggio.

Dall’alzare una lancia al lanciare un incantesimo vendicativo, ecco solo alcune delle numerose volte in cui le donne dell’antichità hanno dimostrato agli archeologi che ai loro tempi era meglio non trovarsi sulla loro strada, soprattutto quando erano intenzionate (letteralmente) a prendere qualche nemico (o amico) a calci nel sedere.

1.La cacciatrice di grande selvaggina

Una sepoltura di una cacciatrice, risalente a 9000 anni fa, ha scatenato una vera e propria indagine nel mondo accademico e ribaltato la convinzione, di lunga data, che gli uomini fossero i principali cacciatori nelle antiche società di cacciatori-raccoglitori, mentre le donne erano relegate per lo più alla raccolta delle erbe e delle piante.

Quando gli archeologi hanno scavato la tomba nelle Ande del Perù meridionale, hanno trovato un “kit di strumenti” da caccia vicino ad uno scheletro.

Il kit conteneva molte armi a proiettile, suggerendo che la persona sepolta era un abile cacciatore e, in quanto tale, rispettato dalla sua comunità.

Sebbene inizialmente si pensasse che i resti appartenessero ad un uomo, ulteriori analisi delle ossa e dei denti hanno rivelato che il cacciatore era una donna.

Questo risultato, in un qualche modo, ha anche sottolineato che i ruoli di genere, che diamo per scontati nell’età contemporanea, potrebbero non essere così “naturali” come abbiamo pensato finora.

2.La stratega della strada

Una strada pavimentata in pietra calcarea, risalente a 1000 anni fa e che collega due antiche città Maya, potrebbe essere stata costruita da una regina spietata, nota come K’awiil Ajaw.

La sovrana, con la costruzione della strada, voleva espandere il suo potere regionale.

Governò a Cobà, situata in quella che oggi è la Penisola dello Yucatan (Messico), e realizzò la strada per invadere una città situata a 100 chilometri di distanza, chiamata Yaxuna, che stava crescendo costantemente in forza e minacciando il suo governo.

Utilizzando il LIDAR, un metodo di rilevamento remoto che utilizza impulsi laser per misurare le distanze, i ricercatori hanno analizzato l’antica “strada bianca”.

Le ricerche precedenti avevano dichiarato che la strada correva in linea retta tra Cobà e Yaxuna, ma in realtà la regina Maya fece molto di più di questo.

Lungo l’antica “strada bianca” gli archeologi hanno anche scoperto piccoli insediamenti, che la temibile stratega avrebbe conquistato lungo il suo cammino per la vittoria.

3.La giocatrice di polo

La sepoltura di una nobildonna di nome Cui Shi, vissuta nell’antica Cina, ha rivelato anche la presenza di asini, forse per poter giocare a polo nell’aldilà.

Poiché Cui Shi era ricca ed era un rispettato membro dell’élite nobiliare dell’epoca, gli asini collocati nella sua tomba probabilmente avevano un significato molto importante per la sua famiglia, quindi non erano intesi come un semplice mezzo per trasportare carichi pesanti.

I ricercatori hanno scoperto la tomba di Cui Shi nel 2012 e, una recente analisi delle gambe degli asini, ha confermato che questi animali avevano un’andatura diversa rispetto a quelli da soma, suggerendo che erano stati allevati per manovre rapide durante le partite di polo ad alta velocità.

Durante la dinastia Tang (618-907 dopo Cristo) il polo era molto popolare tra le classi superiori della Cina imperiale, e questo nonostante fosse un gioco molto pericoloso.

Un resoconto storico ha inoltre rilevato che il marito di Cui Shi, proprio durante una di queste partite, perse un occhio.

4.L’incantatrice

Circa 1800 anni fa, nell’antico Egitto, una donna innamorata di nome Taromeway fece un “incantesimo erotico vincolante” per far impazzire di lussuria un uomo di nome Kephalas.

Secondo quanto rivelato da un antico papiro egizio, decifrato in tempi recenti dai ricercatori, la donna chiamò un fantasma per perseguitare Kephalas fino a quando non avrebbe ceduto a Taromeway con i suoi “organi maschili che inseguivano i suoi organi femminili”, come recitava l’incantesimo.

Il rotolo conteneva anche un disegno di Kephalas nudo, con il dio egizio Anubi dalla testa di sciacallo che scoccava una freccia contro l’uomo (presumibilmente per infiammare il suo desiderio per l’incantatrice).

Gli egittologi hanno già tradotto incantesimi vincolanti come questo, ma in genere nell’antico Egitto tali incantesimi venivano usati tipicamente dagli uomini per attrarre le donne, e non il contrario.

Ecco perché, il fatto di averne trovato uno lanciato da una donna, è ancora più sorprendente.

5.La feroce guerriera tagar

Una sepoltura di 2500 anni fa, ritrovata in Siberia, ha rivelato una donna guerriera e la sua scorta di armi, tra cui un’ascia, numerosi coltelli e pugnali di bronzo.

La tomba racchiude quattro corpi – la donna, un uomo, una donna anziana e un bambino – e tutti appartenevano all’antica cultura tagar, un sottoinsieme della civiltà scita nomade della Siberia meridionale.

La donna aveva probabilmente 30 anni, o 40, quando morì, ed era disposta sulla schiena con il suo set di armi posizionato vicino quando è stata ritrovata.

Le donne tagar, o tagarian, venivano spesso sepolte con armi a lungo raggio, quindi la presenza di un’ascia da battaglia a manico lungo in stile “corpo a corpo” è molto insolita.

Di Francesca Orelli

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