Ieri sera, Piazza 5 Dicembre a Lamezia Terme si è trasformata in un palcoscenico di sapori e tradizioni, ospitando oltre 1300 persone per una serata gastronomica indimenticabile. Il protagonista assoluto è stato il Risu d’Azata, piatto simbolo della cucina lametina, offerto gratuitamente ai presenti grazie all’impegno dell’Accademia delle Tradizioni Popolari Calabresi e della Pro Loco Terina, con il supporto di altri partner locali.
L’evento ha riscosso un enorme successo, conquistando i partecipanti con il gusto autentico della tradizione. Tuttavia, ha anche messo in luce una criticità importante: la totale assenza di supporto da parte dell’amministrazione comunale.
Un evento di successo grazie alla comunità
L’iniziativa è stata organizzata dall’Accademia delle Tradizioni Popolari Calabresi e dalla Pro Loco Terina, in collaborazione con la Pro Loco Lamezia Terme, la Scamar Srl e il Bar del Corso. Il piatto, preparato dallo chef Franco Gallo, ha suscitato emozioni profonde tra gli anziani lametini, riportando alla memoria i sapori dell’infanzia.
“Ci hanno detto che grazie a questo piatto hanno rivissuto il passato, ricordando le loro madri e le cucine di una volta,” ha dichiarato con commozione Nicolino Volpe, presidente dell’Accademia delle Tradizioni Popolari Calabresi.
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Risu d’Azata e la mancanza di sostegno dall’amministrazione comunale
Nonostante l’enorme partecipazione e il valore culturale dell’iniziativa, il Comune di Lamezia Terme non ha fornito alcun supporto. Gli organizzatori, tra cui Gianfranco Caputo, hanno espresso la loro delusione per questa mancanza di attenzione da parte delle istituzioni.
“Abbiamo realizzato tutto autonomamente, senza alcun contributo comunale. Questo è stato un lavoro di cuore, fatto per amore della nostra città e delle sue tradizioni,” ha sottolineato Caputo.





Risu d’Azata: il plauso allo chef Franco Gallo e ai sostenitori dell’evento
Lo chef Franco Gallo è stato il vero artefice del successo della serata, ricevendo numerosi apprezzamenti per la qualità del Risu d’Azata. Molti partecipanti hanno persino richiesto la ricetta per replicarlo a casa.
Anche la Scamar Srl, che ha fornito il riso e i servizi di preparazione, ha espresso soddisfazione e si è detta disponibile a sostenere l’evento anche nel 2026. “Quando vediamo eventi fatti con il cuore e senza scopo di lucro, non possiamo fare a meno di contribuire,” hanno dichiarato i rappresentanti dell’azienda.
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Risu d’Azata alla conquista degli USA: un’opportunità internazionale
Alla serata ha partecipato anche Eraldo Barletta, imprenditore di spicco nel settore della ristorazione a New York. Insieme a Gianfranco Caputo, sta sviluppando un progetto per portare la cucina calabrese negli Stati Uniti, un’iniziativa che potrebbe valorizzare il patrimonio gastronomico locale a livello internazionale.
Conclusioni: un successo che merita più attenzione istituzionale
L’evento ha dimostrato il grande potenziale della tradizione culinaria di Lamezia Terme, ma ha anche sollevato una questione importante: senza il supporto delle istituzioni, queste iniziative rischiano di rimanere casi isolati, anziché diventare il motore di uno sviluppo turistico e culturale duraturo.
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Gianfranco Caputo e Nicolino Volpe hanno dimostrato che, con passione e impegno, si può fare grande una città. Ora spetta alle istituzioni raccogliere questa sfida e trasformare Lamezia Terme in un punto di riferimento per la tradizione gastronomica calabrese.