“Il Signore degli Anelli” è riconosciuto da molti come il principale esponente della letteratura fantasy, un genere che conquista un pubblico sempre più largo e che annovera fra i suoi cultori lettori di ogni età.
Anche fra i più giovani: basta semplicemente pensare al successo che ha conquistato la saga del mago più noto della letteratura, Harry Potter. Una saga composta da oltre sette libri e lettori sparsi in tutto il pianeta, uniti dalla passione per le avventure del maghetto.
Oltre a questi due capisaldi della narrativa fantasy, ci sono decine e decine di altri autori che hanno fatto innamorare del genere: pensiamo ad Herbie Brennan e alla sua saga “La guerra degli elfi” o al Christopher Paolini e al cucciolo di drago che tanti ha calamitato alle pagine dei suoi libri.
Il bene contro il male
Lettori giovani e lettori adulti rimangono, dunque, affascinanti da libri scritti da autori a noi contemporanei, così come da autori di altre epoche. Sembra difficile trovare un minimo comune denominatore… eppure, il fantasy, così come tutti i generi, ha degli ingredienti fissi.
Quali? Beh, iniziamo dalla lotta fra il bene e il male, uno dei temi fondamentali attorno a cui sono stati sviluppati moltissimi libri. Tuttavia, non l’unico: accanto al bene contro il male, troviamo spesso il viaggio del protagonista (un eroe, immancabilmente) e il tema della magia.
Un altro aspetto caratterizzante il genere fantasy riguarda i personaggi: possiamo trovare tanto esseri umani, quanto esseri fantastici. Ad esempio, i “babbani” nella saga di Harry Potter o gli “hobbit” ne “Il Signore degli Anelli”.
Protagonisti, aiutanti e antagonisti
La lotta fra il bene e il male impone la compresenza di protagonisti e antagonisti, affiancati da aiutanti che spesso risultano decisivi nella vicenda narrata che, puntualmente, prevede un lieto fine. Ecco, dunque, un altro elemento cruciale: la vittoria del bene sul male.
Il bene prevale sul male, sempre e in ogni circostanza: non importa in quale tempo o luogo la storia si sviluppa (immaginario o remoto, inventato oppure ma esistito, in questo caso con contorni fiabeschi).
Infine, la forma lessicale nel fantasy prevede l’ampio utilizzo di aggettivi e metafore, ma anche descrizioni dettagliate e minuziose che siano in grado di far immaginare al lettore paesaggi e ambientazioni fantastiche.
Una buona dose di fantasia e immaginazione, naturalmente, non possono mancare per chi volesse cimentarsi a scrivere un fantasy; il risultato, spesso, è imprevedibile. Del resto, è proprio quello che un lettore richiede: farsi traghettare in mondi nuovi per vivere avventure che nessuno ha mai vissuto. O meglio, immaginato.
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