George Orwell fu un padre single e amorevole

George Orwell

Ci sono opere che sono entrate, a buon diritto, nella storia della letteratura mondiale e, fra queste, possiamo sicuramente ricordare “1984” o “La fattoria degli animali”, due dei capolavori che George Orwell ha composto.

Dietro a ogni opera letteraria, ci sono ovviamente il talento, la capacità narrativa dell’autore, ma anche aspetti intimi e personali degli scrittori. Molto spesso anche situazioni che il grande pub

George Orwell: il matrimonio e la paternità

Di George Orwell, ad esempio, è nota la partecipazione alla Guerra Civile Spagnola, ma è meno conosciuta la sua esperienza di paternità. George Orwell aveva sposato Eileen O’Shaughnessy nel 1936, un anno dopo averla conosciuta a una festa.

Orwell bramò per anni di diventare padre: Nella corrispondenza dell’autore inglese, infatti, emerge che nell’aprile del 1940 una coppia di amici, Rayner and Margaret Heppenstall, ebbe una figlia e Orwell espresse loro tutta la sua felicità e condivise il suo desiderio di avere presto anche lui un figlio.

Desiderio che la vita esaudì nel 1944: dopo anni di tentativi invani per avere un figlio biologico, i coniugi Orwell ebbero la possibilità di adottare un bambino, che fu ribattezzato Richard Horatio Blair.

George Orwell, unico genitore

La serenità della nuova famiglia, purtroppo, non durò a lungo: dopo un annetto che Richard era nella nuova famiglia, la signora Orwell morì, a 39 anni, nell’ospedale di Newcastle. 

Fu un evento inatteso e drammatico: nonostante la signora Orwell si fosse sottoposta a un intervento di routine, morì. Probabilmente, la causa fu l’anestetico utilizzato. Ad ogni modo, possiamo solo lontanamente immaginare quanto dolore e quali difficoltà lo scrittore ebbe a fronteggiare.

Siamo, infatti, nell’Inghilterra degli anni Quaranta e Cinquanta e per un uomo, rimasto vedovo e con un figlio adottivo, non era la situazione più facile da gestire. Non furono in pochi coloro che suggerirono a Orwell di restituire il figlio.

Lo scrittore, invece, tenne con sé il bambino che accudì amorevolmente, svolgendo mansioni che oggi ci sembrano naturali per un padre, ma che per l’epoca erano inaudite, come preparare pappette, cambiare pannolini o fare bagnetti.

L’esperienza di una paternità così sincera e in anticipo sui tempi è stata documentata in numerose fotografie che, nel 1946, Vernon Richards, il fotografo e amico di George Orwell, scattò, immortalando l’autore del libro “1984” e suo figlio.

Una pagina, effettivamente, inedita della vita privata di uno degli scrittori più dirompenti del Novecento che, anche nei fatti, ha dimostrato di essere un passo avanti per i suoi tempi, vivendo e scrivendo con una lungimiranza fuori dal comune.

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