“Le Donne di Domenico” di Nadia Capellini: una storia di legami familiari e memorie preziose
Ci sono legami che il tempo non può spezzare, storie che continuano a fluire come un fiume sotterraneo, anche quando sembrano scomparse.
Le Donne di Domenico di Nadia Capellini è una lettera d’amore al padre, una danza tra memoria e immaginazione, in cui il passato e il presente si intrecciano in un abbraccio senza fine.
Con una delicatezza rara, l’autrice ci accompagna in un viaggio attraverso il cuore di Domenico, il padre e l’uomo, visto attraverso gli occhi delle donne che gli hanno dato forma e significato. Madre, moglie, figlie e nipote: ognuna di loro è un pezzo di un mosaico che rivela non solo il ritratto di Domenico, ma anche la profondità delle relazioni umane, i silenzi che parlano, i gesti che restano.
“Con il tuo abbraccio avvolgente e con quella meravigliosa capacità protettiva di fare sentire l’altro sicuro e amato”.
Un legame eterno: il cuore della narrazione
Immaginate di sedervi accanto a chi avete amato di più, in una stanza illuminata da una luce morbida, e di poter dire tutto ciò che non avete mai avuto il coraggio di esprimere. Questo è il dono che Nadia Capellini fa a se stessa e al lettore. Attraverso un dialogo immaginario con suo padre, l’autrice ci ricorda che non è mai troppo tardi per ascoltare, per parlare, per ritrovare quel filo invisibile che ci lega a chi ci ha preceduto.
Le parole scorrono come un vento leggero, portandoci in luoghi familiari eppure nuovi: una carezza sul viso di una figlia, una risata condivisa, il profumo del pane appena sfornato. Ogni pagina è un piccolo universo in cui il lettore può riconoscersi, ritrovando tracce di sé nei ricordi di un’altra vita.
Le Donne di Domenico: la forza dei legami femminili
Le figure femminili che costellano la vita di Domenico non sono solo personaggi: sono fari che illuminano il suo cammino, specchi che riflettono la sua umanità. L’autrice ci regala ritratti intensi e vivi, in cui l’amore, il sacrificio, la tenerezza e la forza si mescolano in un ritratto corale di rara bellezza.
Come accade nei racconti di Alice Munro, ogni dettaglio della vita quotidiana narrato dall’autrice risuona come un’eco universale. Munro, famosa per la sua capacità di trasformare piccoli eventi e gesti ordinari in riflessioni profonde sulla condizione umana, trova un’eco in Capellini, che dona nuova luce ai gesti e ai legami ordinari, rendendoli straordinari. Le donne di Domenico incarnano resilienza e amore per la famiglia, valori che si tramandano di generazione in generazione. La madre, custode di radici e tradizioni. La moglie, compagna di vita e di sfide. Le figlie, portatrici di sogni e speranze. E la nipote, promessa di un futuro che continua a germogliare.
Ognuna di loro rappresenta un aspetto del grande albero della vita, le cui radici affondano nel passato ma i cui rami si estendono verso l’eternità.
E poi c’è la voce di Domenico, sempre pronta a spingersi oltre i limiti imposti dai pregiudizi, a celebrare ciò che è diverso e complementare:
“Una giovane donna porta sempre e solo bene. È la mancanza di donne che porta male”.
Parole che riflettono non solo la saggezza di un uomo che conosceva il valore profondo delle relazioni umane, ma anche la modernità di chi sapeva guardare al futuro con occhi aperti e cuore accogliente. Domenico non si limitava a vivere nel suo tempo: con il suo spirito libero e innovatore, ci ricorda quanto sia importante abbracciare il cambiamento e trarne forza per costruire ponti, anziché barriere.
Ne Le Donne di Domenico vi è il dono della memoria: un messaggio universale
Le Donne di Domenico non è solo un libro: è un invito. Un invito a ricordare, a celebrare, a riconciliarsi. Nadia Capellini, con una scrittura che accarezza l’anima, ci guida in un percorso di scoperta che va oltre la semplice narrazione. È un canto alla vita e alla fragilità, un inno alla resilienza e alla capacità di trasformare la perdita in nuova linfa vitale.
Come i semi di soffione trasportati dal vento, i ricordi di Domenico si insinuano nel cuore del lettore, ricordandoci che le persone amate non ci lasciano mai davvero. Vivono nei gesti, nelle parole, nei sogni che continuano a fiorire.
Come in Gilead di Marilynne Robinson, anche qui la narrazione assume un tono intimo e quasi spirituale. Entrambi i libri raccontano un dialogo tra generazioni: un padre che lascia un’eredità di memorie e valori al figlio, e una figlia che riscopre le proprie radici attraverso il ricordo del padre. La memoria, in entrambe le opere, diventa un ponte tra passato e futuro, un dono che trascende il tempo. Entrambe le opere condividono un tono quasi spirituale, in cui la memoria diventa un’eredità da custodire e tramandare, in cui ogni gesto e parola continuano a vivere nel cuore di chi resta.
Un libro che parla al cuore
Con Le Donne di Domenico, Nadia Capellini ci offre una storia che è allo stesso tempo intima e universale, capace di toccare corde profonde e di risvegliare emozioni sopite. È una lettura che lascia un’impronta, come un abbraccio che scalda anche dopo che le pagine si sono chiuse.
Un’opera che ci ricorda che, anche oltre il tempo, l’amore resta.
Della stessa autrice:
Guarda anche:
L’amore che rimane: il messaggio di Nadia Capellini in “Come soffioni nel vento di primavera”
“Una scrittrice non ha età”: la curiosità e la voglia di vivere non conoscono età.
Un’Indimenticabile Serata Letteraria nella Sala Lignea di Cesena!