Nel bosco di betulle viveva una vivace comunità di Folletti. Erano particolarmente laboriosi e andavano più o meno tutti d’accordo.
La tranquillità ed il quieto vivere contraddistingueva la comunità e nulla veniva a turbare questo stato di cose.
Però, un giorno, uno dei Folletti, mentre camminava da solo nel bosco, sentì pronunciare delle parole. Si guardò intorno, alle spalle e volse lo sguardo anche in alto. Ma non vide nessuno né tantomeno capì da dove venivano le parole.
C’era solo un grosso fungo, solitario e colorato.
E il Folletto rientrò a casa, stupito per l’accaduto.
Non ne parlò con nessuno, ma all’indomani volle ritornare in quel punto del bosco, dove aveva sentito le parole.
Si affrettò per arrivarci presto e quanto prima si trovò davanti al grosso fungo.
Rimase in silenzio. E all’improvvisò udì ancora parlare.
Guardò in qualsiasi direzione, ma c’era solo il fungo.
E il Folletto non aveva più dubbi su chi era stato a parlare.
Era sicure di aver fatto una scoperta unica, eccezionale. E decise di chiedere udienza al Folletto Saggio.
Il Folletto Saggio decise di riceverlo la mattina successiva.
“Quindi tu asserisci di aver sentito parlare un fungo?” disse
“Si, ne sono sicuro” rispose il Folletto.
“E cosa ci sarebbe di strano?” chiese il Folletto Saggio
“Non è un cosa possibile” disse il Folletto
“E perché no?” rispose il Saggio “Ti faccio un esempio. Quante volte gli uomini vengono nel nostro bosco e ci rompono le scatole nel nostro territorio? Ci vedono, ci sentono parlare, vivere. Eppure, nonostante questo nostro essere palesi, loro sono sempre convinti che noi non esistiamo.
E così potrebbe essere stato per te con il fungo e il sentire le parole”.
Il Folletto rimase molto colpito dalle parole del Saggio.
In fondo, non aveva torto.
Ma la realtà qual era? Ci pensò a lungo e lasciò perdere, cercando di dimenticare l’episodio.