21 Novembre 2024
Calepino

Vecchio, polveroso, ma ricco di cultura e fascino da rendersi rispettoso: un libro o, più frequentemente, un dizionario con tali caratteristiche viene anche chiamato calepino, un termine oggi in disuso, ma in passato molto in voga per indicare questo genere di libri.

Un vocabolo che ci fa sentire in famiglia, complice anche il diminutivo, e la cui storia è davvero affascinante: per scoprirla, però, dobbiamo andare indietro nel tempo, fra il XV e XVI secolo, e conoscere la figura del frate agostiniano Ambrogio da Calepio.

Chi era Ambrogio da Calepio

Come avrete intuito, calepino deriva dal nome del suo autore, Ambrogio da Calepio. Ambrogio da Calepio era nato in provincia di Bergamo, a Castelli Calepio per la precisione, nel 1435. Era figlio illegittimo, poi riconosciuto, di un nobile, il conte Trussardo Calepio.

Grazie al padre, Ambrogio ricevette una buona formazione umanistica e si appassionò sinceramente al latino, al quale dedicò moltissime energie nel corso della sua vita: studiando e approfondendo la lingua latina, Ambrogio si convinse che di essa ormai si faceva un uso scorretto, sia a scuola che nel mondo professionale.

Il vocabolario di latino che divenne un caso editoriale

Lavorando alacramente, Ambrogio si mise a compilare un Dictitonarum latinum che richiese 15 anni di lavoro e fu pubblicato per la prima volta nel 1502 dal tipografo emiliano Dionigi Bertocchi. Pare che la prima edizione fosse abbastanza approssimativa. 

Infatti, la prima edizione del dizionario aveva diverse mancanze che furono colmate dall’editore che, tuttavia, operò delle ulteriori aggiunte ritenute inopportune. Tutto questo fu di stimolo per Ambrogio che si impegnò sin da subito per la seconda edizione.

La seconda edizione fu data alle stampe nel 1509 e, a differenza della precedente, uscì in quattro lingue: ebraico, greco, latino e italiano. Non ancora soddisfatto, Ambrogio continuò a lavorare alla sua opera, ma la vista calò sempre di più fino a che divenne cieco.

Nel 1511 Ambrogio morì, ma la sua opera non venne lasciata incompiuta: i frati che vivevano con Ambrogio si fecero carico di completare il dizionario, tanto che nel 1520 venne stampata la versione considerata definitiva.

L’edizione del 1520 fu la ventiquattresima e, complessivamente, furono più di duecento le edizioni che vennero stampate dal 1502 a 1779! Una frequenza e una diffusione di volumi che resero il dizionario del frate agostiniano un caso editoriale e che portarono ad attribuire il termine calepino al dizionario stesso, in onore del suo primo autore.

Ecco, quindi, svelata la storia del calepino e del suo autore: un piccolo viaggio in un mondo lontano dal nostro, per tempi, usi e ritmi, ma che possiamo riportare a noi, ogni volta che vogliamo sfogliare un dizionario e sfoderare il termine calepino.

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