Cristalli di zolfo puro su Marte

Il rover Curiosity rompe accidentalmente una roccia marziana e scopre qualcosa di inatteso: lo zolfo puro potrebbe essere legato alla vita microbica nel passato del Pianeta Rosso

Sbarcato nel cratere Gale su Marte alle 5:33 del 6 agosto del 2012 (UTC), il rover Curiosity dal 2014 sta esplorando Aeolis Mons, chiamato anche Mount Sharp, una montagna alta fino a 5,5 chilometri che sorge proprio al centro del cratere. L’esploratore robotico della NASA ha rivelato molto sul Pianeta Rosso ma l’ultima scoperta, per certi versi strabiliante, è avvenuta per caso.

Mentre stava scalando le pendici del monte, Curiosity ha con il proprio peso di nove quintali accidentalmente frantumato una roccia all’apparenza anonima. Ma al suo interno, ecco la sorpresa: cristalli gialli di zolfo. Sebbene i solfati siano piuttosto comuni su Marte in forma miscelata ad altri elementi, questa è la prima volta che lo zolfo è stato trovato nella sua forma pura.

Che potrebbe in realtà a sua volta essere comune: Gediz Vallis, il canale che Curiosity stava percorrendo, è disseminato di rocce simili nell’aspetto esteriore a quella fortuitamente spezzata dal rover, ma gli scienziati non sono sicuri di come possano essersi formate.

Una roccia marziana simile a quella frantumata
Una roccia simile a quella frantumata da Curiosity: sono numerose le rocce con quest’aspetto nella regione, il che potrebbe rendere l’inattesa presenza di zolfo puro un’eventualità al contrario molto comune (NASA/JPL-Caltech/MSSS)

Lo zolfo si trova comunemente sulla superficie di Marte, ma non allo stato puro

“Trovare un campo di pietre fatte di zolfo puro è come trovare un’oasi nel deserto. Non dovrebbe essere lì, quindi ora dobbiamo spiegarlo.” commenta Ashwin Vasavada, ricercatore presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA e membro del team del progetto Curiosity “Scoprire cose strane e inaspettate è ciò che rende l’esplorazione planetaria così entusiasmante.”

Lo zolfo puro, insapore e inodore, si trova allo stato naturale nelle aree vulcaniche a causa dell’ossidazione dell’acido solfidrico. Però la regione che Curiosity sta esplorando non mostra segni di attività vulcanica passata. Lo zolfo puro può formarsi anche tramite ossidazione causata da attività microbica ed è un elemento essenziale per tutta la vita: assunto sotto forma di solfati viene utilizzato per produrre due degli amminoacidi essenziali agli organismi viventi per produrre proteine.
Ecco perché scoprire zolfo su Marte è una strada utile nella ricerca di vita microbica (attuale o passata) sul pianeta rosso.

In effetti il luogo chiamato Gediz Vallis, la struttura geologica esplorata da Curiosity, si ritiene essere ciò che rimane di un antico fiume, una tortuosa scia di cinque chilometri di massi e sedimenti, una regione ideale per la ricerca di indizi sulla presenza dei nutrienti necessari alla possibile formazione di vita su Marte.

Zolfo marziano
Lo zolfo scoperto casualmente da Curiosity su Marte (NASA/JPL-Caltech/MSSS)

Lo zolfo puro può essere un utile indizio nella ricerca della vita su Marte

Riassumendo: i solfati si formano quando lo zolfo si mescola con altri minerali nell’acqua, che poi evaporare lasciando come residuo secco questi sali che possono raccontarci molto sull’evoluzione di Marte e in particolare sulla storia delle sue acque.

Lo zolfo puro si forma invece solo in condizioni molto particolari, che non risultano essersi verificate nella regione di Marte in cui Curiosity l’ha scoperto.
Ci sono tante cose che ancora ignoriamo riguardo la storia geologica di Marte e la scoperta di grandi quantità di zolfo puro sulla superficie suggerisce ci sia qualcosa d’importante che ancora non abbiamo compreso.

Le pietre sulfuree sono troppo piccole e fragili perché il rover le possa raccogliere, quindi i ricercatori hanno individuato una grossa roccia nelle vicinanze: soprannominata Mammoth Lakes, era adatta a essere perforata con la trivella sul lungo braccio (due metri) di Curiosity che ha potuto poi depositare le polveri all’interno della propria pancia, dove verranno analizzati dagli strumenti a bordo per cercare di comprenderne la composizione.

Adesso bisognerà capire esattamente come, sulla base di quanto sappiamo su Marte, quello zolfo possa essere arrivato lì. Sarà necessario un lungo lavoro che includerà una modellazione dettagliata dell’evoluzione geologica di Marte. Intanto Curiosity proseguirà nella raccolta di dati nel canale spingendosi più in profondità nella Gediz Vallis, un’area ricca di storia marziana le cui rocce ora portano l’impronta dell’antico fiume che vi scorreva miliardi di anni fa, magari in attesa di imbattersi in ulteriori sorprese.

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