Ciao Federico, i tuoi libri sono ispirati avicende reali, di cui sei stato protagonista. Ti va di raccontarci qualcosa di più su di te?
Nel mio mondo letterario, la realtà si intreccia con la finzione in modi che potrebbero sorprendere anche i più scettici. Dietro ogni pagina dei miei romanzi gialli si cela una storia vera,
un’esperienza vissuta o un incontro che ha acceso la mia immaginazione. Prendi ad esempio ‘L’isola del Diavolo’: una storia autentica compressa in meno di cento pagine, con l’intento di far sentire al lettore le emozioni vissute da quegli uomini in quegli istanti cruciali. Io credo che la brevità dei romanzi sia un’arte, un modo di coinvolgere il lettore senza appesantirlo, soprattutto in un’epoca in cui sembra che l’interesse per la lettura stia gradualmente diminuendo. Anche per colpa di certe Case Editrici… Eppure, per me, la lettura è stata sempre una fonte di libertà, persino quando la condanna all’ergastolo ha tentato di privarmi di ogni opportunità.
In molti avrebbero cercato di dimenticare il passato, tu invece hai deciso addirittura di trarne dei libri. Come mai questa scelta?
È una verità spesso ignorata: molti preferiscono voltare le spalle al passato, fuggendo da luoghi che evocano amarezza, tristezza o vergogna. Tuttavia, io credo fermamente che siamo la somma delle nostre esperienze, siano esse belle o brutte, e dobbiamo affrontarle con coraggio. Forse è per questo che ho iniziato a immergermi nella lettura, e successivamente ho trovato nella scrittura un modo per esprimere la mia fuga dalla realtà, se permetti la battuta, trasformandola gradualmente in una passione travolgente. Scrivere è diventato il mio rifugio, il mezzo per sfuggire alla prigione della mia mente, dove ogni passo e ogni errore può rivelarsi fatale. Puoi capire, vivere in trincea per tre decenni logora profondamente.
Se potessi vedere realizzato immediatamente un unico desiderio, quale sarebbe?
II mio più grande desiderio è vivere gli anni che mi restano accanto alle mie Labrador: Sasha, Gaia, Deva, e al mio anziano meticcio, Muffino. Questi cani non sono solo animali domestici, sono i miei compagni più fidati, i miei confidenti e le mie fonti di conforto durante i momenti più bui degli ultimi anni. Ogni istante trascorso lontano da loro è un tempo irrecuperabile, un’occasione persa di gioia e amore condiviso. Sono queste magnifiche creature a illuminare i miei giorni e a rendere i momenti più belli della mia vita assolutamente indimenticabili.
Stai già lavorando a un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
Si, sto scrivendo un nuovo thriller. E nel mio ultimo romanzo, intitolato “Protocollo Astaroth”, mi immergo in un mondo di corruzione, intrighi e omicidi, dove la linea sottile tra verità e finzione si dissolve. Attraverso una trama avvincente, rivelo l’ombra inquietante di una teoria tanto audace quanto plausibile: il coinvolgimento della CIA e dei servizi segreti ucraini in una serie di attentati terroristici che hanno scosso le fondamenta della Russia. La storia si svolge in un contesto che potrebbe essere descritto come fin troppo attuale, gettando luce su oscuri segreti e mettendo in discussione le fondamenta del potere globale.
Spazio libero: puoi dirci tutto quello che ti va!
Quando si tratta dei miei spazi liberi, negli ultimi tempi ho avuto la fortuna di riconquistarne molti che avevo perso o trascurato. Una delle attività più significative che ho intrapreso è parlare
negli istituti scolastici del mio passato, con l’intento di far comprendere ai giovani cosa significhi trovarsi nell’oscurità e quanto sia difficile ritrovare la luce. Questo percorso non è solo un atto di resipiscenza personale, ma anche un impegno per la legalità e la giustizia. Credo fermamente che condividere storie autentiche di un mondo spesso alieno e tortuoso possa contribuire a ridurre i pregiudizi verso coloro che hanno affrontato sfide più grandi delle loro forze.