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Visti dall’alto: scoperti oltre cento insediamenti dell’età del bronzo in Serbia

La scoperta è partita dall’analisi delle immagini di Google Earth: una vera e propria rete composta da oltre cento strutture risalenti all’età del bronzo identificate lungo 150 chilometri in prossimità del fiume Tibisco, in Serbia.

“Ciò che è affascinante riguardo questi siti è che non solo abbiamo identificato la loro presenza in queste immagini, ma anche misurato le loro dimensioni e, in molti casi, il modo in cui le persone organizzavano la disposizione all’interno dei loro insediamenti.” commenta Barry Molloy, professore associato di archeologia presso lo University College di Dublino e primo autore dello studio “È piuttosto raro nell’archeologia europea dell’età del bronzo ottenere questo livello di dettaglio per così tanti insediamenti in un’area così specifica”.

L’area, la Pianura Pannonica, era in passato ritenuta non interessata a insediamenti da parte dei nostri antenati dell’età del bronzo, ma adesso gli archeologi pensano di essere di fronte a un esempio dei numerosi insediamenti sparsi lungo tutto il continente e che costituivano una sorta vasta rete commerciale.

Le prime osservazioni degli insediamenti tramite Google Earth furono effettuate nel 2015

Dopo lo studio delle immagini satellitari i ricercatori hanno approfondito gli studi tramite il sito recandovisi di persona, usufruendo anche di riprese aeree, trovando le tracce di decine di strutture come recinzioni edificate prossime le une alle altre formando uno schema simile ai quartieri cittadini moderni, suggerendo la precisa scelta degli abitanti di una vita in stretta relazione con gli altri membri del gruppo, formando una società complessa e ben organizzata.

“Le macchie di terreno chiaro non seguono un allineamento specifico, sono tuttavia distribuite uniformemente a poche decine di metri l’una dall’altra” continua Molloy “Anche se saranno necessari degli scavi per confermare i dettagli, riteniamo questi fossero luoghi in cui vivevano famiglie allargate”.

Nel corso degli anni l’agricoltura ha nascosto i contorni di molti recinti, rendendoli non più visibili da terra; sono stati però rinvenuti i resti di diversi muri e fossati, forse bastioni a proteggere l’insediamento.

“Sfortunatamente, questi rimangono visibili solo nelle immagini aeree perché sono stati coperti nel corso di centinaia di anni di agricoltura, compresa l’aratura intensiva durante il Ventesimo secolo. Una palizzata o un muro di legno potrebbe aver circondato la sommità delle fortificazioni, come vediamo in altri siti della regione.”

La Pianura Pannonica si estende attraverso sette nazioni

Oltre alle importanti fortificazioni, nei siti sono stati rinvenuti armi e modelli in argilla di carri nei luoghi funerari nei pressi dei recinti. Questo indica secondo i ricercatori una familiarità con i conflitti, probabilmente non interni ma provenienti dall’esterno della comunità.

I manufatti, portati alla luce in quantità, includono oggetti o frammenti di ceramica e bronzo, incluso uno spillo che doveva essere utilizzato per fissare gli indumenti, e macine per la lavorazione del grano. Le ossa di animali hanno inoltre consentito una precisa datazione con la tecnica del radiocarbonio.

Il sito sarebbe stato occupato fra il 1600 e il 1200 a.C. e fra i ritrovamenti a destare l’interesse degli archeologi vi sono anche frammenti di fango bruciato, testimonianza di strutture danneggiate dal fuoco: il fango veniva applicato a sottili bastoncini di legno a formare le pareti delle abitazioni dell’epoca.

Al momento non è però chiaro il motivo dell’abbandono dell’insediamento intorno al 1200 a.C: “Questo rimane un po’ un mistero per ora” spiega Malloy “È possibile che siano semplicemente diventati più mobili e si siano spostati nel paesaggio in modo meno limitato.”

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