La nostra stella, il Sole, attraversa un ciclo di attività della durata di undici anni: nei periodi di maggiore attività, chiamati massimi solari, le tempeste solari sono più frequenti e intense maggiore mentre nei minimi solari l’attività è ridotta fino a far scomparire quasi del tutto tali fenomeni.
Uno dei sintomi di questo costante stato di fluttuazione del Sole è dato da frequenza e quantità nella comparsa di macchie sulla sua superficie, la cui natura rimase a lungo un enigma per gli antichi osservatori ma grazie alle quali gli astronomi possono oggi monitorare il regolare progresso del ciclo.
Questo ciclo di undici anni sembra tuttavia inscritto in una sorta di altro ciclo per così dire superiore e le informazioni sulle macchie solari contenute negli archivi storici mostrano come estendendo l’arco temporale sulla scala dei secoli la produzione complessiva di cicli solari possa aumentare o diminuire.
Le macchie solari sono caratterizzate da una temperatura più bassa e un’attività magnetica più intensa rispetto alle aree circostanti
Un periodo di attività particolarmente ridotta si verificò fra il 1645 e il 1715, coincidendo con un cambiamento climatico globale chiamato Piccola Glaciazione: in questi settant’anni le macchie solari furono quasi del tutto assenti, segno di una variazione in quella che si considerava la regolare attività del Sole.
Le registrazioni delle macchie solari di questo periodo formano un quadro generale della situazione a cui ci di riferisce come Grande Minimo Solare o anche Minimo di Maunder, dal nome degli astronomi britannici Edward Walter Maunder e Annie Russell Maunder, scopritori con le loro osservazioni di questo misterioso diradarsi delle macchie solari.
Nell’ambito di un nuovo studio i ricercatori hanno analizzato gli archivi storici aurorali compilati dagli astronomi coreani in quegli stessi anni, scoprendo che i cicli solari durante il minimo di Maunder mostravano una lunghezza media di soli otto anni, erano ovvero più brevi di tre in paragone ai cicli odierni.
I registri dell’aurora erano parte di tre distinte cronache, libri scritti per conto dei monarchi coreani contenenti quotidiani rapporti dettagliati sugli affari di stato e sui fenomeni meteorologici e astronomici che ebbero luogo nella penisola tra il 918 e il 1910, come verificato in uno precedente studio del 2021.
Le parti relative alle cronache astronomiche fanno sovente riferimento a vapori rossi o simili alla luce del fuoco. Secondo i ricercatori tali descrizioni ben si adattano all’Anomalia del Pacifico Occidentale (WPA, l’acronimo in inglese), un’area sopra la Corea dove si generano regolarmente aurore rosse nonostante la lontananza dai poli magnetici.
Gli effetti della Piccola Glaciazione si fecero sentire in modo evidente anche sull’arco alpino, come documentato da fonti storiche
La WPA si verifica quando la radiazione solare collide con lo scudo magnetico terrestre, come per qualsiasi aurora; ma la differenza fondamentale è che questi spettacoli luminosi persistevano nonostante la diminuzione dell’attività solare perché il campo magnetico terrestre è più sottile in questa regione, rendendolo un ottimo indicatore della progressione del ciclo solare. E secondo la datazione di questi eventi riportate nelle cronache, la radiazione proveniente dal sole seguiva un ciclo di otto anni.
Non è ancora chiaro agli astronomi cosa provochi le tendenze del ciclo solare a lungo termine come il minimo di Maunder, molte cose potrebbero influenzare l’attività solare per periodi così lunghi. È altresì ancora da indagare il motivo per cui i cicli solari si siano accorciati durante quel periodo, ma le nuove scoperte potrebbero rivelarsi foriere di importanti indizi verso la comprensione di quest’epoca misteriosa in modo più accurato.
L’attività solare è leggermente diminuita in intensità durante gli ultimi cicli e sono state rilevate lievi fluttuazioni nella loro durata. Questo aveva indotto alcuni esperti a ritenere ormai prossima una nuova epoca di ridotta attività solare, ma l’osservazione della progressione del ciclo solare attualmente in corso rivela un’intensa attività, mentre si sta rapidamente avvicinando al massimo solare. Questa apparente contraddizione è indicativa di quanto ci sia ancora molto da comprendere sull’attività del Sole e di tutto ciò che ne consegue anche all’atto pratico sulla nostra vita di tutti i giorni.
Lo studio The 8-Year Solar Cycle During the Maunder Minimum è apparso su AGU Advances (ottobre 2023)
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