“Il nome della rosa” è il primo titolo che associamo al nome di Umberto Eco che fu, oltre che romanziere, anche un intellettuale e filosofo di spicco del secolo scorso. Al grande pubblico è principalmente noto per i suoi romanzi.
Come non ricordare, ad esempio, “Baudolino” o “Il pendolo di Foucault”? O ancora “Il cimitero di Praga”? Accanto a questi, è notizia recente che potrebbe esserci anche un ulteriore romanzo attribuito a Umberto Eco dal titolo “Carmen Nova”.
Da dove arriva “Carmen Nova”?
La storia del romanzo “Carmen Nova” e del mistero che lo avvolge inizia a fine agosto: lo studioso di letteratura e appassionato collezionista di libri Niels Penke dice di aver acquistato una copia del romanzo in una libreria antiquaria.
Il volume, che sarebbe stato pubblicato quarant’anni fa a Zurigo, si presenta con le pagine ingiallite, una riproduzione della Venere del Botticelli in copertina. A colpire, ovviamente, è il nome dell’autore: Umberto Eco, appunto.
Penke si incuriosisce e accerezza il sogno di avere fra le mani un’opera rara. I suoi sogni però si dissolvono pagina dopo pagina: leggendo il testo, lo stile narrativo è ben lontano da quello di Eco e, inoltre, non ci sono riscontri del romanzo fra gli studiosi.
Il testo, infatti, non compare nei cataloghi dell’autore e nemmeno gli esperti, come Carl Henser che è stato l’editore tedesco di Eco o Burkhart Kroeber che lo ha tradotto per anni, ne hanno mai sentito parlare.
La tesi che il romanzo sia un falso
Insomma, è abbastanza evidente che qualcosa non torna e che, quindi, il romanzo dovrebbe essere un falso: nonostante le tematiche trattate (arte e letteratura) sono compatibili con la produzione dell’autore de “Il nome della rosa”, lo stile e il linguaggio usati sono lontani dai canoni di Eco.
A ciò si aggiunge che la casa editrice del romanzo, “Edition Doppelnull”, risulta inesistente, così come il font di stampa utilizzato: con queste premesse, la conclusione che “Carmen Nova” sia un falso è quanto mai realistica.
Se è quasi certo che non sia stato Umberto Eco a scrivere il testo, rimane il dubbio di chi sia stato il vero autore del romanzo. Ad oggi non ci sono elementi per stabilire dei tratti identificativi, del resto non è rato imbattersi in casi analoghi.
La produzione di libri falsi non è, purtroppo, una novità: da sempre circolano volumi attribuiti in maniera non corretta a determinati autori e sembra quasi un’ironia del destino che lo stesso Eco avesse una collezione di oltre 1200 volumi falsi.
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