23 Novembre 2024
Pachycormus macropterus

Ricostruzione artistica di un Pachycormus macropterus (CC BY-SA 4.0)

Era un predatore dei mari del Giurassico, ma questo Pachycormus macropterus ingoiò una preda davvero indigesta.

Se sentiamo l’espressione Predatore del Giurassico il nostro pensiero andrà facilmente ai grandi dinosauri carnivori terrestri ma il pianeta Terra è per due terzi coperto dagli oceani e anch’essi brulicavano di vita. Fra i predatori nella catena alimentare marina vi era un pesce denominato Pachycormus macropterus.

Esso apparteneva agli attinopterigi, una classe di vertebrati che prende il nome dalle caratteristiche pinne sostenute da una struttura a raggi, classe peraltro comprendente gran parte dei pesci ossei che troviamo nelle nostre acque ancora oggi.

Il predatore ingoiò un boccone troppo grande per lui e gli sarebbe risultato fatale

Ma l’esemplare oggetto dello studio da parte di Samuel Cooper ed Erin Maxwell, paleontologi presso lo Staatliche Museum für Naturkunde Stuttgart (SMNS), il Museo Statale di Storia Naturale di Stoccarda presso l’Università di Hohenheim, presenta una caratteristica davvero particolare: i ricercatori ritengono sia morto per indigestione.

Il reperto fu portato alla luce negli Scisti a Posidonia (Formazione Posidonienschiefer, in tedesco), nel sud della Germania, e con un’età stimata fra i 174 e i 182 milioni di anni si ritiene risalga al Giurassico inferiore, la prima delle tre epoche giurassiche.

All’interno dello stomaco del predatore marino preistorico i ricercatori hanno infatti rinvenuto, fra una varietà di prede ingurgitate quali molluschi simili a seppie o calamari e piccoli pesci, il grande guscio di un’ammonite, circa 10 centimetri di diametro, totalmente privo di segni di digestione: ciò indica che il pesce morì poco dopo aver ingoiato la creatura corazzata.

Fossile di Pachycormus macropterus
Il fossile di Pachycormus macropterus oggetto dello studio
(Credit: Geological Magazine (2023). DOI: 10.1017/S0016756823000456)

Gli scisti a Posidonia sono noti per i riflessi dorati che caratterizzano i fossili del Giurassico

L’ammonite decisamente era troppo grande per essere digerita dal pesce, quindi i paleontologi ipotizzano fosse stata scambiata per un’altra preda dal pesce oppure che per qualche motivo le sia comunque rimasta bloccata in bocca e non essendo più in grado di espellerla sarebbe stato costretto a ingoiarla. A questo punto però il guscio dell’ammonite avrebbe bloccato il passaggio verso l’intestino provocando una congestione o un’emorragia interna che avrebbero condotto alla morte del predatore in non più di una manciata di ore.

Il pesce sarebbe poi affondato sul fondo fangoso rimanendo sepolto e trovando le condizioni ideali per il processo di fossilizzazione insieme al contenuto del suo stomaco: l’ammonite si trova secondo i ricercatori in un eccellente stato di conservazione.

Sì tratta del primo caso di prova documentata di un ultimo pasto fatale trovato in un pesce pachicormo estinto: secondo gli autori della ricerca questo suggerisce anche che le ammoniti potrebbero essere state per i pesci ossei durante del Giurassico un pasto più comune di quanto finora ritenuto.

Fonte: Death by ammonite: fatal ingestion of an ammonoid shell by an Early Jurassic bony fish, Geological Magazine, Cambridge University Press (luglio 2023).

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