E anche quest’anno gli esami di Stato segneranno la conclusione di un percorso scolastico quinquennale (o anche di più, se ci troviamo di fronte a una o più bocciature!) per milioni di studenti.
Dopo anni di “studio matto e disperatissimo” per alcuni e di tentativi di raggiungere la sufficienza per il rotto della cuffia per altri, la tappa che mette la parola fine all’esperienza della scuola superiore sembra quasi arrivare come un ottovolante impazzito per i maturandi, che vengono colpiti e scombussolati da una miriade di emozioni: ansia, paura, aspettativa, voglia di rivalsa, sollievo, soddisfazione, ma anche quella dolce malinconia per la consapevolezza di essersi lasciati alle spalle un capitolo che nel bene e nel male è stato importante nella loro vita.
Se degli esami di Stato ne hanno parlato pellicole cinematografiche, canzoni e poesie, dopotutto, un motivo ci sarà di certo: il peso di questa tappa per i giovani rappresenta quasi un rito di passaggio non solo da un punto di vista scolastico, ma anche e soprattutto da un punto di vista emotivo e personale. È quasi come se fosse il rito di passaggio che li proietta per la prima volta nel mondo degli adulti.
Se nei cinque anni precedenti i ragazzi sono stati accompagnati, guidati e presi per mano metaforicamente dai loro insegnanti, con gli esami di Stato arriva il momento di diventare giovani adulti, di camminare sulle proprie gambe, di scegliere il proprio futuro.
Qualcuno sarà pronto a spiccare il volo, qualcun altro si sentirà confuso su quale strada intraprendere, e infine ci sarà chi vedrà la fine della scuola come una liberazione da compagni di classe e insegnanti che mal sopportava!
E così tra prove scritte e orali, crediti formativi e corse per raggiungere il voto più alto (o, nei casi meno fortunati, il minimo indispensabile), gli studenti potranno infine congedarsi dalla scuola a cuor leggero e affacciarsi verso una nuova avventura… naturalmente non prima di una meritatissima vacanza!