#CannesYouNot: il festival di Cannes supporta i violenti?
La settantaseiesima edizione del festival di Cannes, conclusasi lo scorso 27 maggio con la Palma d’oro a Anatomie d’une chute, non ci ha portato solo numerosi nuovi film e una pioggia di star internazionali che hanno sfilato sul tappeto rosso, ma anche una rumorosa campagna sui social chiamata #CannesYouNot, che ha denunciato il festival per aver “glorificato dei violenti per settantasei anni”.
Lanciato dai sostenitori di Amber Heard già da prima che la manifestazione cinematografica partisse, la polemica ha naturalmente condannato la presenza di Johnny Depp a Cannes 76 e la proiezione del suo nuovo film, Jeanne du Barry.
Eve Barlow, giornalista, attivista e amica di Heard, ha portato l’hashtag sulle proprie piattaforme social lamentandosi del fatto che Cannes si mostrerebbe orgogliosa di sostenere abusatori, e aggiungendo l’espressione francese “Plus ça change”, per indicare che “più le cose cambiano, più rimangono uguali”.
Oltre alla didascalia, Barlow ha aggiunto una serie di foto di uomini accusati o condannati per comportamenti violenti che sono stati ospitati o addirittura premiati a Cannes nel corso del tempo: non solo Depp, ma anche altre figure controverse come Roman Polanski, Harvey Weinstein, Woody Allen, Gerard Depardieu e Luc Besson.
Dal post di Barlow, l’hashtag si è diffuso in fretta in particolar modo su Twitter, in cui uno degli utenti che ha contribuito a organizzare la campagna ha affermato che aprire il festival col film di Depp è stato come annullare tutto quello che il movimento #MeToo aveva costruito, oltre che uno schiaffo in faccia a tutti i sopravvissuti di violenze domestiche e sessuali (ricordiamo che Johnny Depp ha vinto il processo in Virginia nel 2022, ma perso quello col The Sun in Inghilterra nel 2020, dal quale è stato ritenuto colpevole di aver fatto del male a Amber in dodici occasioni diverse).
Nonostante gli organizzatori di Cannes abbiano vietato le proteste lungo la Croisette e dintorni durante la manifestazione, gli organizzatori della protesta hanno affermato con convinzione che non si può impedire loro di protestare online. La campagna è stata ideata pensando a Depp, ma l’intento è stato quello di far luce su un problema più ampio a Hollywood.
Tuttavia, Thierry Fremaux, direttore del festival di Cannes, ha respinto le critiche secondo cui Cannes sosterrebbe gli abusatori, sottolineando di non essere la persona adatta a discutere la vita privata di Johnny (e Amber), ma di tenere al primo solo in quanto attore di talento.