A Schöningen, nello stesso sito già noto per il ritrovamento di manufatti come le più antiche lance in legno mai scoperte al mondo e resti di cavalli, felini dai denti a sciabola (Homotherium latidens) e altri mammiferi, fu nello scorso decennio rinvenuto lo scheletro di un elefante dalle zanne dritte, quel Palaeoloxodon antiquus che 300.000 anni fa era diffuso fra Europa e Asia.
In un nuovo studio, Jordi Serangeli, ricercatore presso il Senckenberg Center for Human Evolution and Paleoenvironment dell’Università di Tubinga e i suoi colleghi hanno esaminato 57 schegge di pietra e tre strumenti ossei per riaffilare strumenti di pietra, trovati in stretta associazione con lo scheletro di elefante dalle zanne dritte.
“Il prerequisito per questo tipo di ricerca è che i manufatti vengano gestiti con estrema cura dallo scavo durante le analisi”
“Possiamo grazie a nuove scoperte dimostrare che individui – probabilmente Homo heidelbergensis o i primi Neanderthal – si trovavano nelle vicinanze della carcassa dell’elefante”, spiega Serangeli, mentre la collega Flavia Venditti, ricercatrice presso il Dipartimento di preistoria antica ed ecologia quaternaria dell’Università di Tubinga prosegue “La storia dell’età della pietra viene raccontata principalmente attraverso lo studio degli oggetti lavorati dai nostri antenati. Si è inclini a credere che strumenti di grandi dimensioni come coltelli, raschietti e punte siano più significativi di semplici scaglie, soprattutto quando sono piccole e in realtà solo un sottoprodotto della produzione di utensili”.
“Ma anche microscopiche schegge di pietra, nel contesto delle prove complessive, possono dirci molto sul modo di vivere dei nostri antenati. La maggior parte dei frammenti studiati era più piccola di 1 cm. Attraverso un approccio multidisciplinare che include l’analisi tecnologica e spaziale, lo studio di residui e segni di utilizzo nonché metodi di archeologia sperimentale, siamo stati in grado di ottenere maggiore conoscenza sulla storia dell’età della pietra da queste schegge di roccia”.
“Questo è il primo studio a produrre risultati così completi da scaglie da riaffilatura di 300.000 anni.”
“Le minuscole scaglie provengono da strumenti simili a coltelli, si sono staccate durante la riaffilatura. I trucioli sono caduti a terra dove sono rimasti quando le persone si sono spostate con i loro strumenti.”
15 fra i manufatti presentano i segni di utilizzo tipici della lavorazione del legno fresco: “Residui di legno microscopici sono rimasti attaccati a quelli che erano stati i bordi degli strumenti” spiega Venditti “Inoltre, la micro usura su un frammento di selce dai bordi taglienti dimostra che le persone lo usavano per tagliare tessuto animale fresco”.
“Probabilmente questa pietra è stata usata nella macellazione dell’elefante. Questi risultati sono un’ulteriore prova dell’uso combinato di pietre, ossa e tecnologie vegetali 300.000 anni fa, come è stato documentato più volte a Schöningen”.
La ricerca Using microartifacts to infer Middle Pleistocene lifeways at Schöningen, Germany è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.
Guarda anche:
- Impronte di sei milioni di anni fa a Creta: sono di un preumano?
- Potrebbe risalire a 1,4 milioni di anni fa il fossile del più antico ominide europeo appena scoperto in Spagna
- Scoperte tracce di uso controllato del fuoco 800.000 anni fa
- Un’eruzione vulcanica retrodata di 33.000 anni i fossili di Homo sapiens in Etiopia