22 Novembre 2024
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Il gatto, con le sue movenze regali, il carattere misterioso, la natura curiosa e indipendente, ha nei secoli conquistato la simpatia di re e regine, letterati, artisti, attori e politici.

Pur conservando uno spirito libero, questo piccolo felino ha dimostrato di essere un meraviglioso compagno di vita per noi umani, al pari del cane.

Esistono alcuni mici divenuti celebri per essere stati gli animali domestici di personaggi molto importanti nella storia.

L’imperatore romano Ottaviano Augusto nel 10 a. C. pare che omaggiò la sua gatta dedicandole alcune righe delle sue memorie:

“Com’è delicata e raffinata la sua bellezza, com’è nobile e indipendente il suo spirito; come straordinaria la sua abilità di combinare libertà con una dipendenza restrittiva.”

Una testimonianza ancor più importante perché rara in epoca romana, al contrario invece di quanto accadde nell’Antico Egitto, dove il piccolo felino veniva addirittura adorato.

Si narra che Maometto amasse molto i gatti, in particolar modo una micia chiamata Muezza che aveva sempre al suo fianco. Un giorno la gatta si addormentò sulla veste da preghiera del profeta. Lui, per non disturbarla ma avendo bisogno dell’abito, tagliò il pezzo di stoffa su cui riposava l’animale e solo dopo indossò il resto della veste.

Chi ama i gatti molto probabilmente si riconoscerà nel racconto di questo aneddoto. Ed è proprio quest’ abilità nell’ottenere, senza apparente fatica, ciò che vuole a rendere il micio un animale molto amato da alcuni e detestato da altri.

Dante usava scrivere con un gatto nero accoccolato sulle sue gambe.

Francesco Petrarca era molto affezionato a una gattina, Dulcina, che lo accompagnò nell’ultimo periodo della sua vita. Di lei parlò a Boccaccio in una delle sue ultime lettere.

“Laura, l’amore della mia vita, della cui bellezza non hai mai potuto godere, e che la peste mi ha portato via già da un’eternità ad Avignone, ancora adesso dopo molto tempo dalla sua morte è la regina incontrastata del mio cuore. Eppure un giorno, ormai quasi due estati fa, una gatta è entrata a far parte della mia vita insidiandone il primato.”

Leonardo da Vinci, attratto soprattutto dalle forme e dalle abitudini quotidiane del felino, dedicò alcuni studi e disegni a questo animale. Ma non fu l’unico pittore. Chagall, Picasso, Kirchner, Renoir, Monet, Novella Parigini furono noti artisti che ritrassero gatti.

Anche tra i reali ci furono gattofili di tutto rispetto. Laregina Vittoria trattava il suo gatto persiano, chiamato White Heather, come fosse un membro della famiglia mentre il re di Francia Luigi XV era molto legato al suo Brilliant, un gatto d’angora turco. Restando in Francia non si può dimenticare il cardinale Richelieuche morì circondato da ben 14 gatti, cui lasciò un’eredità piuttosto cospicua.

Padroni di gatti, non sentitevi soli se ogni tanto avete ceduto a reazioni nervose in seguito a qualche malanno combinato dal vostro micio. Si racconta che lo statista inglese Winston Churchill, appassionato di gatti, ogni tanto perdeva le staffe coi suoi amici a quattro zampe. Una volta mentre parlava al telefono, il suo gatto Mickey iniziò a giocare col filo dell’apparecchio. L’uomo inveì contro l’animale: “Mi blocchi la linea, idiota!” e poi si scusò immediatamente con l’interlocutore, accortosi della gaffe appena fatta.

E come non citare Isaac Newton che inventò la famosa gattaiola, quella comoda porticina ricavate dal fondo dei portoni che serve a far entrare gli animali in casa.

Gatto e letteratura sono un connubio inossidabile. Molti gli scrittori del passato e contemporanei noti per essere grandi amanti di gatti. Perrault, Dumas, Hemingway, Baudelaire, Eliot, Yeats, Dickens, le sorelle Bronte, Chandler, Neruda, Kerouac, Flaiano, Stephen King, Elsa Morante e Stefano Benni sono solo alcuni tra gli autori più noti ad aver scritto dei loro amati mici.

Il mondo del cinema non è da meno in fatto di gattofili famosi. Michael Caine, Ingrid Bergman, Vivien Leigh, Laurence Olivier e Stanley Kubricksolo per citarne alcuni. E infine lei, Anna Magnani, da molti definita la regina delle “gattare”.

Chiudiamo questa panoramica di celebri gattofili con un enorme estimatore dei piccoli felini, Charles Bukowski, e la sua poesia dedicata ai mici:

I miei gatti

Lo so. Lo so.
Sono limitati, hanno diverse
esigenze e
preoccupazioni
ma io li guardo e apprendo.
Mi piace il poco che sanno
che in fin dei conti
è molto.
Si lamentano ma
non si angustiano,
avanzano con sorprendente dignità.
Dormono con una tale semplicità
che agli umani sfugge.
I loro occhi sono
più belli dei nostri
e possono dormire per venti ore
al giorno
senza esitazione o
rimorso.
Quando mi sento
abbattuto
devo solo guardare
i miei gatti
e mi torna il coraggio.
Studio queste
creature.
Sono i miei
maestri.

di Virna Cipriani

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