Letteratura

Alimenti e pietanze nelle opere di Murakami

Mangiare è uno dei bisogni essenziali dell’uomo; oltre a soddisfare un’esigenza di sopravvivenza, si è arricchito nei secoli di molti altri significati, ritagliandosi un posto anche nella letteratura. Oltre ai libri di ricette, tanti scrittori dedicano al cibo ampio spazio. Fra questi, Haruki Murakami.

Pur non dedicando al cibo volumi interi, come per esempio potrebbe essere “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” di Pellegrino Artusi, o storie ad esso ispirate, come i libri dello chef Fabio Picchi, Murakami concede ai piatti una certa rilevanza nelle sue opere.

1Q84 e il cibo

Ad esempio, prendiamo “1Q84”, il romanzo diviso in tre volumi che vede protagonisti due giovani, Aomame Masami e Kawana Tengo, alle prese con un mondo dominato dalla presenza di due lune e avvolto in un velo di mistero.

Nonostante la prevalenza di elementi onirici ed inconsci, nella storia che si svolge in un momento parallelo Murakami, uno degli scrittori giapponesi più famosi di sempre, decide di approfondire i cibi preferiti dai suoi personaggi, dando un deciso tocco di concretezza alla narrazione.

Sappiamo, ad esempio, che Tengo una sera si era cucinato del pesce secco arrostito con daikon grattugiato. A seguire, la cena prevedeva una zuppa di miso con cipollotti, accompagnati dal tofu.

Fra le altre cose, sulla tavola di Tengo, quella sera, c’era anche riso bianco con cavolo cinese.Possiamo dire niente male per una cena solitaria, e nemmeno niente male la descrizione, dettagliata e minuziosa. Altri elementi culinari sono disseminati qua e là nel romanzo: la protagonista Aomame ha un debole per la cioccolata calda e il misterioso Ushikawa per la zuppa di pollo.

L’importanza del cibo nei romanzi di Murakami

Qual è il motivo per cui Murakami dedica così ampio spazio al cibo mangiato e adorato dei suoi personaggi? Le spiegazioni possono essere molteplici, sicuramente; il cibo rappresenta qualcosa di tangibile, di concreto e di reale in contrapposizione con i mondi surreali che Murakami crea.

In altre parole, il cibo e le abitudini alimentari di Murakami sono una sorta di filo di Arianna che tiene ancorato il lettore al mondo, un porto sicuro dove rifugiarsi dopo aver fluttuato in mondi che non sempre sono chiari.

Una soluzione che rispecchia, da un altro punto di vista, la compresenza duale nelle opere di Murakami: quella inventata ed evanescente, in contrasto con quella tangibile e a portata di mano. E la capacità di saltare da un mondo all’altro rende Murakami unico.

Unico, non solo fra gli scrittori giapponesi, ma in tutto il globo a saper raccontare e unire mondi opposti e paralleli con narrazioni magnetiche e appassionanti. Doti che non sono passate inosservate e che, da più parti, vorrebbero essere riconosciute con il premio Nobel per la letteratura. Ma questa è un’altra storia….

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