22 Novembre 2024
Bulgakov

Tre fratelli e una città assediata sono il nucleo essenziale attorno al quale Bulgakov, scrittore russo e uno dei principali romanzieri del secolo scorso, intesse il suo “La guardia bianca”, opera che è stata anche adattata per il teatro con il titolo “I giorni dei Turbin”.

Sofferti, intensi e confusi sono i giorni che i fratelli Turbin, Elena, Nikolka ed Aleksej, vivono a Kiev, la città assediata che incornicia le vicende narrate nel romanzo. Siamo a cavallo fra il 1918 e il 1919 e l’Ucraina è stata invasa dalla Russia.

La Storia nel romanzo di Bulgakov

Il momento storico è particolarmente turbolento: l’Ucraina è reduce dall’occupazione tedesca, cessata per la sconfitta della Germania al primo conflitto mondiale, e le forze vincitrici della I guerra mondiale non riescono a impedire che l’Armata Rossa invada l’Ucraina.

L’Ucraina è confusa: da una parte ci sono gli indipendentisti e dall’altra coloro che vorrebbero la riunificazione con la Russia. La guerra civile è alle porte quando l’equilibrio della famiglia Turbin viene meno.

La madre muore e i fratelli assistono al crollo, alla disintegrazione delle loro certezze relazionali e morali: la guerra farà perdere ai Turbin le loro stelle polari, gettandoli in un abisso che mai avrebbero immaginato.

Un romanzo crudo, come solo la guerra sa essere, quasi cinematografico che Bulgakov scrisse fra il 1924 e il 1925; un romanzo che lo rese abbastanza famoso in vita e che, probabilmente lo salvò dalla furia di Stalin nel periodo del Grande Terrore.

Stalin e Bulgakov

Il dittatore russo, infatti, apprezzò molto la versione teatrale della storia in quanto ravvisava nei fatti narrati una celebrazione della potenza bolscevica. Per questo motivo, quando Stalin ordinò la cattura e l’uccisione di tutti gli scrittori ostili al regime, Bulgakov non subì conseguenze.

Bulgakov non appoggiò il regime e, anzi, pubblicò opere, come “Cuore di cane”, che lo deridevano.  

Se lo scrittore, nativo di Kiev, riuscì a salvarsi, non ebbero ugual fortuna le sue opere: nel 1929 “La guarida bianca” fu messa al bando e fu censurata per molto tempo.

Il romanzo abbonda di citazioni, su tutte ricordiamo l’incipit che contiene un richiamo all’Apocalisse, proprio a dimostrazione della visione assolutamente negativa e priva di ogni possibile salvezza per la guerra e i suoi attori.

Un romanzo, purtroppo, di attualità, non solo e non soltanto per l’ambientazione, ma anche per condanna ferma alla guerra, condanna che, nonostante i numerosi e illustri scrittori e artisti di ogni tempo abbiano sancito, non impedisce ahinoi il reiterarsi dell’orrore.

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