22 Novembre 2024
Principia di Novae, il quartier generale legionario

Il principia, quartier generale dei legionari, nel sito di Novae (Bulgaria) (CC BY-SA 3.0)

Risale a oltre 1500 anni fa il "frigorifero" dei legionari romani portato alla luce in Bulgaria.

Ubicata sul Danubio nella Bulgaria settentrionale, la fortezza legionaria di Novae fu fondata verso la seconda metà del primo secolo dopo Cristo. In questo sito nei pressi della moderna città di Svishtov gli archeologi hanno portato alla luce quello che può essere definito un frigorifero in uso presso gli antichi romani.

La Legio I Italica, voluta dall’imperatore Nerone, dopo varie vicissitudini finì con l’essere stanziata in via permanente a Novae, fino almeno agli anni Trenta del V secolo. Nell’area totale del campo, quasi diciotto ettari, sono stati scoperti importanti edifici quali il principia (il quartier generale della legione), l’ospedale e le terme.

Il frigorifero degli antichi romani
L’antico “frigorifero” incassato nel pavimento (Credit: Piotr Dyczek)

Una piccola città che ospitava anche civili e cittadini non romani

Nei pressi sorgevano inoltre il canabae, l’insediamento civile che ospitava professionisti il cui lavoro era utile al sostentamento dei militari (artigiani, fabbri, mercanti), alla necropoli. Inoltre, i resti delle mura al cui interno vivevano sia legionari che civili, edificate in periodo più tardo.

Il sito di Novae è oggetto di studi da oltre sessant’anni e durante gli ultimi scavi gli archeologi hanno trovato delle lastre di ceramica incassate sotto il pavimento di una delle stanze di una caserma, a fungere da contenitore. Un vero e proprio antico frigorifero.

Al suo interno, cocci di contenitori in ceramica, dei frammenti di ossa che presentano segni di cottura, del carbone e una ciotola che secondo gli studiosi aveva lo scopo, sorta di incensiere, di tenere gli insetti lontani dalle vivande.

Le ultime attività romane nel sito risalgono al VI secolo

Sebbene non si tratti del primo esemplare di questa tipologia di antenato del nostro elettrodomestico, il professor Piotr Dyczek dell’Università di Varsavia, attuale responsabile degli scavi, conferma trattarsi di un ritrovamento assai raro.

Durante l’ultima stagione di scavi sono inoltre emerse decine di monete, databili fra il III secolo e l’inizio del IV (l’era di Costantino), resti delle mura difensive, un’abitazione con all’interno delle macine; inoltre pozzi, attrezzi per la tessitura e la pesca e frammenti di imbarcazioni.

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