Secondo i dati di un nuovo studio che copre gli ultimi 60 milioni di anni, un tempo nel basso fondale dell’oceano Atlantico settentrionale si toccarono temperature di 20°, ovvero paragonabili a quelle che oggi possiamo riscontrare sulla superficie del mar Mediterraneo, molto più a sud.
La ricerca mostra l’enorme impatto sul clima dovuto a livelli più elevati di CO2 nel passato geologico e sottolineano l’urgente necessità di evitare il continuo aumento di CO2 in futuro.
Un team composto da ricercatori statunitensi, olandesi, norvegesi e svizzeri ha analizzato le impronte chimiche dei gusci fossili rinvenuti negli strati di fango sotto le acque profonde per comprendere le temperature oceaniche in tempi antichi.
L’utilizzo di metodologie all’avanguardia ha consentito di ottenere risultati accurati come mai prima d’ora era stato possibile, dimostrando che i livelli della temperatura erano in tale ambiente più elevati ma anche più soggetti a variazioni di quanto finora ritenuto.
“Abbiamo esaminato il modo in cui diversi atomi di carbonio e ossigeno erano raggruppati insieme in questi antichi gusci, di tratta di un metodo davvero accurato per elaborare la temperatura nel momento in cui essi si sono formati.” spiega la professoressa Nele Meckler, dell’Università di Bergen, autrice dello studio.
Il collega Phil Sexton spiega “Poiché fango e conchiglie si accumulano continuamente sul fondo del mare, una carota di questo fango, lunga fino a 3 km, è come una capsula del tempo. Man mano che si scende in profondità, più antichi sono i gusci fossili e misurando la chimica dei gusci otteniamo una lunga registrazione dei cambiamenti climatici passati”.
“Oggi l’oceano profondo è pieno di acque ghiacciate” aggiunge il dottor James Rae dell’Università di St Andrews, coautore dello studio, “ma 50 milioni di anni fa era caldo come lo è oggi il Mediterraneo”
Durante quel periodo, chiamato Eocene, i valori di CO2 presenti nell’atmosfera erano tripli rispetto a quelli attuali e già ricerche precedenti ne avevano evidenziato le temperature, con la presenza molto a nord di flora e fauna che oggi assoceremmo ai tropici. Il nuovo studio conferma che le conseguenze si fecero sentire anche a chilometri di profondità sotto gli oceani.
Come spiega il dottor Rae “Sebbene questi climi caldi dovuti a un super effetto serra si siano verificati molto tempo fa, sono fondamentali per aiutarci a comprendere l’impatto della CO 2 sui cambiamenti climatici futuri. La CO 2 ha già trasformato la faccia del nostro pianeta e, a meno che non limitiamo le emissioni il prima possibile, lo farà di nuovo“.
Per approfondire: AN Meckler et al, Cenozoic evolution of deep ocean temperature from clumped isotope thermometry, Science (2022).
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