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Importante sito paleontologico del Permiano riscoperto in Brasile dopo 70 anni

Un importante sito paleontologico la cui esatta ubicazione andò perduta poco dopo la scoperta e le prime esplorazioni. Da allora sono passati settant’anni ma i ricercatori sono riusciti finalmente a identificarne l’esatta posizione geografica, a riscoprirlo.

Nella Pampa brasiliana, lungo il confine con l’Uruguay, nel 1951 i ricercatori portarono alla luce organismi fossili, principalmente vegetali, risalenti a 270 milioni di anni fa, ovvero molto prima della comparsa dei dinosauri. Purtroppo le tecnologie dell’epoca non permisero un’annotazione sufficientemente precisa della posizione di quel prezioso giacimento e non si fu in seguito più in grado di ritrovarlo.

Almeno fino al 2019, quando grazie agli sforzi congiunti di ricercatori dell’Università Federale del Rio Grande do Sul (Ufrgs), dell’Università di Vale do Taquari (Univates) e dell’Università Federale di Pampa (Unipampa) è stato finalmente posto rimedio a questa lacuna.

Quella al termine del Permiano fu la più grande estinzione di massa che si sia mai verificata

Il luogo, chiamato Cerro Chato, si trova nella città di Dom Pedrito, nella regione di Campanha Gaúcha, Rio Grande do Sul. “Questo sito fossilifero rappresenta un vero tesoro per il mondo della paleontologia, in particolare per gli studi sull’evoluzione floristica di un periodo geologico unico nella storia della Terra, il Permiano“, spiega la ricercatrice Joseline Manfroi, paleobotanica parte del team responsabile della scoperta.

“Per decenni, la posizione geografica di questo affioramento era rimasta sconosciuta. Era considerata una vera e propria caccia al tesoro e fortunatamente dopo così tanto tempo avremo l’opportunità di continuare a scrivere questa storia, attraverso i reperti fossili”, continua Manfroi.

Il sito è attualmente oggetto degli studi di un team di ricercatori grazie alla collaborazione fra l’Università Federale di Pampa e il Laboratorio di Paleobotanica ed Evoluzione dei Biomi del Museo della Scienza di Univates. “L’area da esplorare è enorme. Stimo che non abbiamo esplorato nemmeno il 30% di tutto lo spazio disponibile”, afferma la ricercatrice Joseane Salau Ferraz.

Finora sono stati raccolti oltre 100 esemplari di fossili di vegetali fra cui gruppi appartenenti agli antenati delle odierne conifere e felci e animali come pesci e molluschi. I fossili raccolti sono depositati nella collezione scientifica del Laboratorio di Paleobiologia di Unipampa, a São Gabriel.

Fossili Cerro Chato
Alcuni dei reperti portati alla luce nello strato geologico del Permiano a Cerro Chato: A) Felci Pecopteris e Licopidiali; B) Licofite con la base delle foglie; C) sezione trasversale di legno silicizzato; D) numerosi frammenti di piante fossili, perlopiù Microfilli e Licofite; E) Pteridofite

L’esplorazione del vasto sito è appena (ri)cominciata e durerà a lungo

“Nelle spedizioni precedenti era stata esaminata solo la superficie di questo affioramento, un calcare molto spesso e difficile da esplorare”, spiega Joseane. “A quel tempo i reperti erano stati trovati perché la superficie era già relativamente erosa. I ricercatori, tuttavia, non furono in grado di esplorare più a fondo. Se è difficile lavorare in un posto come questo persino con la tecnologia odierna, immaginate la sfida che rappresentò nel 1951. Ci siamo andati l’anno scorso con una terna, una scavatrice a cucchiaia. Sembra spaventoso solo a pensarci, dato che i fossili sono molto delicati. In qualche modo eravamo sicuri che avrebbe funzionato, e così è stato”.

“I fossili che stiamo studiando sono di importanza globale perché rappresentano testimonianze dirette dei cambiamenti ambientali avvenuti durante il periodo Permiano. Gli studi ci aiuteranno a recuperare informazioni sulla distribuzione di queste piante nel mondo, oltre a raccogliere prove su com’era il clima in quel momento.” afferma Salau Ferraz.

Secondo i paleontologi coinvolti nello studio “La ricerca condotta nell’affioramento del Cerro Chato non solo mette in evidenza la ricchezza paleontologica conservata negli strati del Rio Grande do Sul, ma offre anche l’opportunità di ampliare sempre più l’accesso della comunità alla conoscenza, ricerca e promuovere il geoturismo regionale”.

I fossili portati alla luce risalgono alla fine del periodo Permiano, che segnò la più grave estinzione di massa che abbia mai colpito il nostro pianeta con oltre il 90% della vita spazzato via da intensi e prolungati cambiamenti innescati dall’evento noto come Trappi Siberiani, in base alla teoria più accreditata: estese eruzioni vulcaniche in grado di liberare gas velenosi nell’atmosfera, durate forse un milione di anni.

L’articolo Redescoberta do afloramento Cerro Chato, um importante sítio fossilífero para o Permiano da Bacia do Paranà  è stato pubblicato su Paleontologia em Destaque

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