Questi anni di pandemia ci hanno spronato a pensare e a vivere con ottimismo, guardando al domani con fiducia e speranza, cercando di non cedere al pessimismo e ai pensieri negativi che, di questi tempi più che mai, riescono sempre a farsi strada.
Parlando di pessimismo non può che saltare in mente Giacomo Leopardi: il suo pensiero, si sa, ha sempre ruotato attorno al pessimismo, concetto che ha permeato tutta la sua produzione letteraria ed è stato talmente sviluppato al punto da costituire un vero e proprio sistema filosofico e poetico.Uno dei componimenti che illustra alla perfezione il pensiero del grande scrittore della letteratura italiana è Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere, incluso nelle Operette morali, e composto nel 1832.
Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere
Ci troviamo in una strada, forse un crocevia, cittadina e un venditore di almanacchi riesce ad attirare l’attenzione di un passante. Quest’ultimo instaura con il venditore un serrato dialogo fatto di domande e risposte sull’andamento degli ultimi anni.
Battuta dopo battuta, il passante riesce a smontare l’iniziale ottimismo del suo interlocutore: per professione, il venditore ha nei confronti dell’anno venturo un atteggiamento fiducioso, ottimista, certo che sarà migliore di quelli appena trascorsi.
Non appena il passante lo induce a riflettere su quali siano stati gli anni veramente felici che ha vissuto oppure se fosse disposto a rivivere la sua vita, e tutti i suoi dolori, la posizione del venditore non è più così ottimista.
Ecco, quindi, che il passante può sfoderare la sua visione della vita: la speranza che il futuro ci riserverà dei tempi migliori, ma purtroppo non è che un’illusione. L’esperienza passata dimostra che il male, il dolore ha prevalso e non c’è motivo per non credere che sarà ancora così.Eppure, la natura umana è votata a credere che il futuro riservi solo cose belle, incarnato nello “Speriamo” del venditore che, nonostante tutte le delusioni e i dolori passati, ripone fiducia e speranza per l’anno a venire.
Cenni alle Operette morali
Libro cardine della produzione leopardiana e classico della letteratura italiana, le Operette morali contengono buona parte dei temi cari allo scrittore di Recanati, fra cui, come abbiamo visto, la potenza delle illusioni.
Oltre al Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere, completano l’opera altri 23 componimenti in prosa, scritti fra il 1824 e il 1832, che si caratterizzano per una lunghezza contenuta.La brevità dei componimenti e il valore attribuito dall’autore giustificano il diminutivo “operette” che, per il loro contenuto filosofico, vengono qualificate “morali”; per raggiungere meglio l’obiettivo, Leopardi usò uno stile conciso e ironico.
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