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Nuova specie di terizinosauro, cugino erbivoro dei predatori, getta luce sulla funzione dei possenti artigli

Paralitherizinosaurus japonicus è il nome attribuito al nuovo dinosauro del gruppo terizinosauro scoperto in Giappone e risalente al periodo Cretaceo (tra 83,6 e 72,1 milioni di anni fa). L’analisi comparativa fra gli artigli di questa nuova specie e di altri membri del gruppo conferma l’ipotesi che i terizinosauri più evoluti li usassero per tirare verso di sé i rami degli alberi durante l’alimentazione.

I terizinosauri (Therizinosauria) erano teropodi come il Tirannosauro, l’Allosauro e il Velociraptor, ma dall’aspetto più insolito che comprende una coda corta e notevoli artigli sugli arti anteriori che nella specie più grande, Therizinosaurus cheloniformis, potevano superare i 50 centimetri di lunghezza.

Dal momento che i terizinosauri erano, a differenza dei summenzionati “cugini”, animali erbivori, come dimostrano caratteristiche quali i piccoli denti lanceolati e la lunghezza dell’intestino crasso, gli artigli per quanto impressionanti non erano utilizzati come strumento per cacciare le prede.

Artigli: non solo strumenti per cacciatori

La reale funzione degli artigli nei membri più primitivi è oggetto di dibattito: essi sono ubicati nella stessa posizione degli artigli dei mammiferi scavatori o arrampicatori odierni mentre nei terizinosauri avanzati gli artigli si trovano fuori da questi morfospazi.

Proprio ciò induce a ritenere li usassero per avvicinare i rami degli alberi alla bocca, similmente ai bradipi giganti o ai calicoteri (mammiferi vissuti fino al Pleistocene), anche se è possibile gli artigli possano essere stati usati per difendersi dai predatori o come attrattiva nella scelta del partner per la riproduzione.

Il nuovo terizinosauro è stato descritto da un team di paleontologi di Giappone, Stati Uniti e Mongolia sulla base di una vertebra e ossa degli arti anteriori rinvenute nei sedimenti marini della formazione Osoushinai del Cretaceo superiore a Hokkaido, di età compresa fra gli 83,6 e i 72,1 milioni di anni (il tempo geologico noto come Campaniano). Durante studi compiuti in precedenza i paleontologi non erano stati in grado di determinare con precisione l’identità tassonomica, limitandosi a ipotizzare che potessero appartenere a un rappresentante del genus terizinosaurus.

Come altri teropodi, anche alcuni terizinosauri potrebbero essersi adattati alla vita al margine fra terra e acqua

Con l’identificazione ora finalmente compiuta in seguito a un’analisi filogenetica che colloca il dinosauro nella famiglia Therizinosauridae, si è optato per il nome Paralitherizinosaurus japonicus: il nome del genere significa “therizinosaurus dal mare” mentre il nome specie è chiaramente riferito alla nazione in cui giaceva il fossile, il Giappone.

L’analisi comparativa effettuata dai paleontologi sugli artigli dei terizinosauri, inclusi i dati sulla nuova specie ha potuto scoprire che nei terizinosauri avanzati come P. japonicus il tubercolo flessore della falange ungueale, che funge da sito di attacco per il tendine del flessore digitale profondo, è più piccolo rispetto a quelli primitivi. Ciò conferma i risultati precedenti: gli artigli dei terizinosauri avanzati erano meno funzionali, inadatti ad attività come lo scavo, ma adeguati se di tratta di portare i rami degli alberi fino alla bocca.

P. japonicus costituisce il terzo esemplare di therizinosaurus portato alla luce in Giappone, sebbene i due precedenti non abbiano ancora ricevuto una descrizione scientifica. Inoltre, la nuova specie è il secondo Therizinosaurus al mondo recuperato nei sedimenti marini, suggerendo che alcuni terizinosauri si fossero adattati alla vita negli ambienti costieri.

Fonte: New therizinosaurid dinosaur from the marine Osoushinai Formation (Upper Cretaceous, Japan) provides insight for function and evolution of therizinosaur claws, Scientific Reports (maggio 2022)

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