21 Novembre 2024
Panoramica_di_Palenque_Chiapas

Il complesso di Palenque, Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO (Credit: Jorge Ayala (CC BY-SA 4.0))

I depositi di cibo scoperti presso il sito Maya di Palenque, in Messico, avevano probabilmente un funzione rituale.

I ricercatori del Progetto Archeologico di Palenque dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) del Messico hanno rinvenuto centinaia di resti di animali presso El Palacio, il più grande complesso all’interno delle rovine di Palenque. Organizzata internamente in 12 stanze, due corti e la torre, questo edificio fungeva da centro cerimoniale e amministrativo durante il VII e l’VIII secolo d.C e presenta una struttura quadrata a quattro livelli unica nel mondo Maya.

Insieme ad altri reperti come carbone, collanine fatte di conchiglie e una pietra verde costituivano parte di rituali e venivano deposti durante cerimonie o celebrazioni nell’antica città Maya. Il contesto dei depositi corrisponde all’organizzazione di banchetti, dopo i quali sia il cibo che gli oggetti usati venivano posti in apposite cavità e bruciati. Attività come questa venivano svolte in un ambito cerimoniale atto ad avviare la costruzione di grandi progetti edilizi o per eventi rituali.

I resti che vanno a formare i depositi sono stati identificati mediante un processo di setacciatura con acqua in cui i ricercatori hanno costruito due supporti di legno con una maglia stretta tre millimetri sull’adiacente ruscello Otulúm. Nel deposito relativo alla casa B nell’angolo sud-ovest di El Palacio sono stati identificate in totale 17 specie: nel 58% dei casi si tratta di pesci, nel 19% di molluschi, nell’11% di crostacei, nel 5% di uccelli, nel 4% di rettili e nel 3% di mammiferi.

Depositi di cibo
I resti che compongono uno dei depositi rinvenuti dai ricercatori (Credit: INAH)

Il sito archeologico di Palenque è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

I resti più precisamente includono cozze d’acqua dolce, lumache di terra, lumache di mare, granchi d’acqua dolce, pesci mojarras, petenie, branzini, quaglie, tartarughe bianche, armadilli comuni, cani domestici e cervi dalla coda bianca.

Un secondo deposito era situato nella Casa E: ne è stato identificato il 70% delle specie che lo compongono e in particolare il 12% di pesci il 10% da molluschi mentre rettili, mammiferi e uccelli sono in questo caso presenti ciascuno in percentuali inferiori.

Il contenuto dei depositi rivela che gli abitanti di Palenque sfruttavano principalmente le risorse delle vicine fonti d’acqua dolce come ruscelli, paludi, lagune e fiumi, dal ruscello Michol alla laguna di Catazajá al fiume Usumacinta a Jonuta, Tabasco. I più antichi edifici oggi visibili hanno circa 1400 anni, ma l’insediamento è di molto precedente, tanto che potrebbe essere di origine Olmeca e risalire a 4500 anni fa.

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