Il sospetto della sua esistenza sorse in seguito a osservazioni effettuate nel 2015, poi l’annuncio ufficiale della scoperta nel 2018: è il cratere Hiawatha e prende il nome dal ghiacciaio in Groenlandia sotto cui è tuttora nascosto, uno strato di ghiaccio dello spessore di un chilometro. Inizialmente datato a circa 13.000 anni fa (Pleistocene), e comunque non più di 100.000, secondo un nuovo studio sarebbe in realtà molto più antico.
L’impatto avvenne poco dopo (su scala geologica) l’estinzione dei dinosauri
Il cratere presenta un diametro di 31 chilometri e l’oggetto che lo provocò doveva essere dell’ordine di un chilometro e mezzo; certo lontano dai 10-12 chilometri dell’asteroide che schiantandosi nello Yucatan, Golfo del Messico, creò un cratere, denominato Chicxulub, di almeno 180 chilometri e che diede il via all’ultima delle grandi estinzioni di massa, al termine del Cretaceo; ma si trattò comunque di un impatto raro per la vastità dell’energia sprigionata e indubbiamente in grado di provocare un disastro globale, se un simile evento si ripetesse oggi.
La nuova datazione è il frutto del lavoro di due distinti team di ricercatori. Il primo, formato da membri del Museo di storia naturale della Danimarca e del GLOBE Institute dell’Università di Copenaghen, ha campionato la sabbia dal cratere Hiawatha per poi riscaldarla, utilizzando il gas argon rilasciato dai grani per datare l’evento d’impatto. Gli scienziati del Museo Svedese di Storia Naturale hanno invece datato le rocce del cratere utilizzando l’impronta digitale dell’uranio del minerale zircone. Entrambi gli studi hanno stabilito in 58 milioni di anni fa il periodo dell’impatto.
L’importanza delle ricerche indipendenti
“La datazione del cratere si è rivelata particolarmente ardua da decifrare, quindi è davvero soddisfacente che due laboratori in Danimarca e Svezia, utilizzando metodi di datazione diversi, siano giunti alla stessa conclusione. Sono perciò convinto che abbiamo determinato l’età effettiva del cratere, molto più antica di quanto molti ritenessero in precedenza” afferma Michael Storey del Museo di storia naturale della Danimarca.
Secondo i ricercatori in quel momento la Groenlandia non era ricoperta dai ghiacci ma presentava il clima temperato di una foresta pluviale. L’energia dell’impatto è paragonabile a diversi milioni di bombe atomiche e avrebbe di certo annientato la vita sull’isola, ma restano incerti gli effetti climatici a livello globale, in contrasto con quanto sappiamo sull’asteroide di Chicxculub, che colpì la Terra 8 milioni di anni prima (non tantissimo tempo, in termini geologici), formando un cratere oltre sei volte più grande. I ricercatori continueranno naturalmente gli studi sul cratere Hiawatha con l’obiettivo di comprenderne in maniera più approfondita gli effetti su scala sia locale che globale.
Lo studio “A Late Paleocene age for Greenland’s Hiawatha impact structure“ è stato pubblicato sulla rivista Science Advances (marzo 2022).