Letteratura

Libri e carcere: i titoli più famosi ispirati dall’esperienza di prigionia

Fredde, umide e isolate: viene spontaneo associare alle carceri aggettivi cupi e negativi, eppure la sofferenza e l’isolamento patiti da alcuni condannati hanno dato spunto per testi che sono entrati nella storia della letteratura italiana e non solo. 

Il più famoso è, forse, Le mie prigioni di Silvio Pellico: pubblicato nel 1832, raccoglie le memorie dello scrittore detenuto prima ai Piombi di Venezia e poi nel carcere Spielberg presso Brno. Le mie prigioni ricostruiscono i fatti che hanno portato l’arresto dello scrittore.

Accusato di partecipazione ai moti carbonari, Pellico viene incarcerato fino al 1830 e, una volta libero, pubblica Le mie prigioni che, oltre ai fatti accaduti all’autore, contiene riflessioni sulla solitudine patita dietro le sbarre e sul ruolo salvifico della fede.

Gli autori inglesi ispirati dal carcere

Il libro di Pellico rappresenta lo scritto della letteratura italiana più famoso sulla prigionia; nel Regno Unito, spiccano le opere di Daniel Defoe, A Hymn to the Pillory, e di Oscar Wilde, De Profundis e The Ballad of Reading Gaol.

Partiamo da Defoe: accusato di aver diffamato la Chiesa d’Inghilterra, nel 1702 venne messo alla gogna e poi in prigione; mentre attendeva la sentenza, in carcere compose Inno alla gogna, dove affrontò temi “roventi”, come la condanna degli innocenti e l’impunità dei colpevoli.

Quasi un paio di secoli dopo, Oscar Wilde, rinchiuso in carcere per scontare la pena legata alla sua omosessualità, compose nel 1897 la famosa lettera al proprio compagno Alfred Douglas De Profundis.

Maturata negli anni della detenzione, ma scritta successivamente è la Ballata del carcere di Reading che tocca sia il senso di alienazione che ogni condannato ai lavori forzati vive a causa della ripetitività delle azioni che la pena di morte.

Don Chisciotte di Cervantes

Anche l’ispirazione del cavaliere errante più famoso della letteratura spagnola è nata in carcere: Miguel de Cervantes scrisse il suo celebre libro durante la prigionia a Siviglia. Condannato per una tresca finanziaria, lo scrittore proprio in gattabuia trovò ispirazione per le gesta del suo cavaliere.

Nelson Mandela

Premio Nobel per la Pace nel 1993, Nelson Mandela è il simbolo della lotta contro l’apartheid degli uomini di colore. Accusato di terrorismo, trascorse un lungo periodo della sua vita (quasi 30 anni) prigioniero a Robben Island in Sudafrica.

Lavori forzati e isolamento furono solo alcune delle terribili esperienze che visse in quegli anni; nonostante tutto non mancò mai di credere nel genere umano, pensieri che mise nero su bianco in La lunga marcia verso la libertà, autobiografia scritta proprio in carcere.

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