l Pagamento del tributo di Masaccio è un bellissimo affresco realizzato dall’artista intorno al 1423 – 1428 circa e che si può ammirare nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze, all’interno della Cappella Brancacci. L’affresco raffigura tre momenti della narrazione rappresentati all’interno di un’unica scena.
Storia e committente dell’opera
La decorazione della Cappella Brancacci era stata commissionata inizialmente al pittore Masolino da Panicale, che aveva come aiutante Masaccio. A commissionare l’opera nel 1423 circa fu Felice Brancacci, ricco mercante fiorentino e avversario politico di Cosimo de’ Medici.
L’incarico consisteva nel realizzare un ciclo di storie dedicate a San Pietro. Per un certo periodo i due artisti lavorarono insieme, ma nel 1425 Masolino dovette partire per l’Ungheria, così fu Masaccio a portare avanti i lavori.
L’artista realizzò da solo gli affreschi della Cappella Brancacci e la scena del Tributo, un’opera che testimonia un controllo maggiore sulla realtà.
Descrizione e analisi dell’opera
La scena, grandiosa e unitaria, si apre come se venisse guardata attraverso un portico, definito dalle due colonne situate ai lati del dipinto. Al centro della scena si trova il gabelliere che chiede il tributo agli apostoli e Cristo mentre ordina a Pietro di andare a prendere la moneta nella bocca di un pesce.
A destra, l’artista ha rappresentato il momento in cui Pietro estrae la moneta dopo aver pescato il pesce nel lago, mentre a sinistra c’è lo stesso Pietro raffigurato mentre sta pagando il tributo al gabelliere.
Masaccio ha quindi raffigurato tre scene diverse, narrandole però come se fossero unite fra loro. Infatti, le tre vicende non sono divise e si svolgono nello stesso paesaggio. A conferire l’unità alla scena è soprattutto la composizione, improntata sul gruppo circolare degli apostoli al centro.
L’artista ha realizzato uno spazio prospettico aperto, senza divisori, unendo spazi e tempi. Nello spazio ha inserito al centro gli uomini, a destra il paesaggio urbano e a sinistra quello naturale, seguendo un principio di armonia universale.
La visione di Masaccio è tipicamente di tipo rinascimentale, e proprio il cerchio è considerato un simbolo universale, che ha la funzione di fulcro e allo stesso tempo è centro del significato.
Significato dell’opera
In questo spazio unico e aperto, senza l’uso di quinte o divisori, Masaccio pone l’uomo come protagonista della sua pittura, raffigurandolo in tutta la sua realtà e i sentimenti che prova nella vita quotidiana.
La figura dell’uomo, inserita in uno spazio reale e tridimensionale, costruito secondo le leggi ottiche e le regole della prospettiva, appare nella sua integrità.
L’artista riesce a dare alle figure un risalto plastico che prima d’ora non era mai stato visto, attuando così una vera rivoluzione nella pittura, che riuscirono a capire ed attuare solo alcuni dei suoi discepoli.
Nonostante Masaccio sia morto molto giovane, ha superato il maestro Masolino, lasciando un segno indelebile nell’arte. L’artista ha saputo interpretare e cogliere il passaggio dall’età tardo gotica a quella umanistico rinascimentale, in cui analisi scientifica e studio prospettico diverranno dominanti.