21 Novembre 2024
Attività solare

Nel 2014 l'attività solare fu particolarmente intensa: nell'immagine sono evidenti le macchie di colore più scuro in contrasto con la luminosità delle regioni attive; il nuovo studio rivela che intense tempeste solari possono invece verificarsi anche durante i periodi di quiete (Credit: NASA/SDO/LMSAL)

Carotaggi nei ghiacci rivelano che un'intensa tempesta solare colpì la Terra durante una fase ritenuta "tranquilla" del Sole.

Una tempesta solare verificatasi 9125 anni fa: questo è il risultato di uno studio guidato dall’Università di Lund (Svezia) compiuto su carote di ghiaccio prelevate in Groenlandia e in Antartide. Ma la scoperta implica un’anomalia: essa avrebbe avuto luogo durante una fase tranquilla del Sole, quando i ricercatori non si aspettano il verificarsi di simili eventi.

Il Sole è indispensabile per il prosperare della vita sulla terra, senza noi non esisteremmo; ma in circostanze particolari può risultare persino letale per essa. La formazione di tempeste geomagnetiche può verificarsi in seguito al massiccio rilascio di energia quando si genera una forte attività sulla superficie del Sole. Ciò può portare a conseguenze come l’interruzione nelle comunicazioni satellitari o addirittura nella fornitura di corrente elettrica a terra.

La meteorologia cosmica: un’improba impresa

Sarebbe quindi molto importante poter prevedere le tempeste solari, ma si tratta di un’impresa di difficile conseguimento. Proprio questo studio complica le cose, poiché finora si è ritenuto tali eventi fossero più probabili durante un massimo solare, il periodo di maggiore attività corrispondente al ciclo delle macchie solari. Ma questo principio potrebbe non valere proprio riguardo le tempeste di più grande intensità.

“Abbiamo studiato i carotaggi effettuati in Groenlandia e Antartide e rilevato tracce di una massiccia tempesta solare che colpì la Terra durante una delle fasi passive del Sole circa 9.200 anni fa”, afferma Raimund Muscheler, geologo presso l’Università di Lund. I ricercatori hanno esaminato le carote alla ricerca di picchi di berillio-10 e cloro-36, isotopi radioattivi prodotti da particelle cosmiche ad alta energia che raggiungono la Terra e possono preservarsi nel ghiaccio e nei sedimenti.

“Sì tratta di un lavoro di analisi dispendioso in termini di tempo e costi. Ci siamo sentiti quindi alquanto soddisfatti nel momento in cui abbiamo trovato un tale picco, indice di una tempesta solare gigante finora sconosciuta in connessione con una bassa attività solare”, continua Muscheler.

L’Evento di Carrington, 1859, è la più grande tempesta geomagnetica mai osservata

Una tempesta solare di tale intensità potrebbe portare a gravi conseguenze, se si verificasse oggi, dalle interruzioni nella fornitura di energia elettrica ai danni causati dalle radiazioni ai satelliti con il rischio di collasso del sistema di comunicazioni a livello globale; costituirebbe inoltre un pericolo anche per il traffico aereo e gli astronauti in missione al di fuori dell’atmosfera, si pensi alla Stazione Spaziale Internazionale o la cinese Tiangong.

“Queste enormi tempeste non sono oggi incluse in modo adeguato nelle valutazioni dei rischi cui siamo sottoposti. È della massima importanza analizzare come potrebbero influire questi eventi sulla tecnologia odierna e come possiamo proteggerci”, conclude Raimund Muscheler.

Un assaggio della portata del problema lo abbiamo avuto nel 1859, anno in cui si verificò il cosiddetto Evento di Carrington (dal nome dell’astronomo inglese che osservò l’eruzione solare del 1° settembre): all’epoca, oltre alla comparsa dell’aurora boreale a latitudini inusualmente basse (persino in centro Italia), mandò in tilt le linee del telegrafo, il top della tecnologia all’epoca. E oggi siamo molto più dipendenti da una tecnologia che potrebbe rivelarsi fragile di fronte a un evento di tale portata.

Fonte: Cosmogenic radionuclides reveal an extreme solar particle storm near a solar minimum 9125 years BP, Nature Communications (2022).

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