22 Novembre 2024
Il diploma in bronzo

Le parti recuperate del diploma militare in bronzo rinvenuto nell'odierna Turchia (Credit: Museo Archeologico di Adiyaman)

A Calcilius Antiquus nell'anno 123 vennero concessi la cittadinanza romana e il diritto di sposarsi, come narrato in questo diploma in bronzo scoperto in Turchia.

Risale a quasi 2000 anni fa il diploma militare in bronzo portato alla luce a Perre (l’odierna Pirun), antica città turca nella provincia di Adiyaman, nel sud-est del Paese, già nota soprattutto per la necropoli costituita da oltre 200 tombe scolpite nella roccia.

La città di Perre fu tra i cinque più grandi centri abitati durante il regno di Commagene (dal 163 a.C.) e conservò un notevole prestigio fino all’epoca romana. Qui gli scavi iniziati nel 2001 e portati avanti periodicamente ci hanno via via restituito una fontana romana, officine per la produzione di tessuti, panetterie, acquedotti e altre strutture architettoniche di varia natura.

Durante gli ultimi studi del sito sono stati rinvenuti anche dei frammenti metallici in forma di lamina che una volta riuniti come un puzzle rivelano, grazie anche al lavoro di traduzione da parte dell’esperto di lingue e storia antica Mustafa Hamdi Sayar, un vero e proprio diploma militare inciso nel bronzo.

Non sono molti i documenti di questo genere giunti fino a noi

Dalla lettura del documento, scritto in latino, è possibile comprendere che siamo di fronte a un attestato nel quale si concedono a Calcilius Antiquus, dopo che aveva prestato servizio militare per 20 anni in Siria, sia la cittadinanza romana che il diritto di sposarsi, come spiegato da Mehmet Alkan, direttore del Museo Archeologico di Adıyaman, il quale conferma inoltre il 123 d.C. (durante il regno dell’imperatore Adriano) come anno del rilascio del documento bronzeo.

Secondo Alkan sarebbero stati realizzati almeno 100.000 diplomi come questo; purtroppo nel corso dei secoli la maggior parte di essi fu riciclata, fusa in forni per recuperare e riutilizzare il prezioso metallo. A oggi se ne conoscono 800 esemplari sopravvissuti in tutto il mondo e finora più di 650 sono stati sottoposti a studi approfonditi. La scoperta è avvenuta proprio in extremis, considerando che il termine degli scavi nel sito è avvenuto proprio nel 2021.

Perre, città di primaria importante per motivi sia religiosi che geopolitici e negli anni della sua prosperità rinomata anche presso i Romani per la bellezza delle proprie acque, andò tuttavia incontro a un’ineluttabile declino dopo il termine dell’era bizantina, incapace di riacquisire l’antico splendore.

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