21 Novembre 2024
aldomanuzio

Non è facile stabilire in una vittoria automobilistica quanto vada attribuito al pilota e quanto alla scuderia. Analogamente, in un successo letterario, non è immediato dire quanto sia merito dello scrittore e quanto dell’editoria.

Prima di addentrarci nella questione, partiamo dai fondamenti. L’invenzione della stampa a caratteri mobili è sicuramente di Gutenberg, solo con il tempo e l’evolversi del mercato tipografico entra in scena l’editoria. E Aldo Manuzio.

Aldo Manuzio e la Venezia del Cinquecento

Aldo Manuzio viene considerato l’uomo che è riuscito a trasformare un’operazione artigianale di stampa di testi in un mercato dove l’editore svolge la funzione chiave di intercettare i desiderata dei lettori con le opere letterarie disponibili o da commissionare.

Siamo nella Venezia del Cinquecento dove si vive un fermento culturale unico: tanto per dare qualche numero, sul finire del XV secolo la città lagunare ospitava oltre 200 torchi, dai quali venivano stampati il 75% dei libri italiani.

In questo contesto, si inserisce l’intuito visionario di Aldo Manuzio che non si limita solo a stampare i libri, ma coltiva le relazioni politiche (su tutte quella con Pierfrancesco Barbarigo, il nipote del Doge) e culturali.

Frequentava Pico della Mirandola, Erasmo da Rotterdam ed anche Pietro Bembo: insomma, Manuzio era al centro del mondo culturale della Venezia del suo tempo. E sapeva anche come rimanerci.

Non è un caso che l’editore fosse solito scegliere con cura le persone a cui dedicare i libri (generalmente i potenti dell’epoca) scrivendo di proprio pugno le prefazioni. La sua industria editoriale riesce ad accaparrarsi anche primati di primissimo rilievo.

È, ad esempio, la prima casa editrice che provvede a stampare l’opera omnia di Aristotele in cinque volumi, a dare ampio spazio a classici greci e latini, di cui Manuzio era appassionato, senza trascurare i libri scientifici.

Fra i libri stampati da Manuzio troviamo anche il Summa de arithmetica  di Fra Luca Pacioli, inventore della partita doppia e il Hypnerotomachia Poliphili la cui attribuzione è incerta, anche se sembra aver maggior credito la paternità di Francesco Colonna.

L’Aldina, il formato inventato da Manuzio

Fin qui, abbiamo scoperto un Manuzio che ha fiuto per gli affari e buon gusto per i libri. Ma Manuzio fu anche di più: ebbe idee brillanti che rivoluzionarono il modo di leggere e che ancora oggi ci troviamo per le mani.

Stiamo parlando del celebre formato noto come l’Aldina, paragonabile ai nostri pocket tascabili odierni, che sdogana il libro a due piazza, da leggersi solo su leggio, con un maneggevole volumetto da portarsi sempre dietro.

Per ingannare il tempo, per farsi vanto, perché va di moda o per chissà quanti altri motivi, le persone di allora andavano pazze per avere un libro che, con il nuovo formato, era facile da portare in giro.

Innovatore e, come ci piace dire oggi, visionario Manuzio ha segnato e scritto la storia non solo dell’editoria, ma anche della letteratura: perché, tornando da dove eravamo partiti, che ne sarebbe di molti testi se non avessero intercettato sulla loro strada un buon editor?

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