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L’Angiolino musicante di Rosso Fiorentino

L’Angiolino musicante (o Putto che suona) di Rosso Fiorentino è uno dei dipinti più apprezzati del celebre artista manierista. Realizzato nel 1521, ad oggi si trova esposto presso la Galleria degli Uffizi di Firenze, dove i visitatori possono ammirarlo in tutta la sua tenerezza. Scopriamo la storia di questa opera realizzata con tecnica ad olio su tavola.

Storia dell’opera

Rosso Fiorentino dipinse l’Angiolino musicante quando non aveva ancora 30 anni e lo firmò con la scritta “Rubeus Florentinus“. Il dipinto pervenne agli Uffizi il 29 giugno 1605 già con attribuzione a Rosso Fiorentino, ma per molti anni la sua attribuzione rimase incerta. Negli inventari successivi venne attribuito al Beccafumi, nel 1784 a Francesco Vanni, ma tornò ad essere attribuita a Rosso nel 1825.

Per moltissimo tempo il frammento è stato ritenuto un’opera intera, a sé stante, ma quando nel 2000, in occasione dell’ultimo restauro, vennero effettuate le riflettografie, è emerso che probabilmente l’Angiolino musicante è soltanto un brano di una composizione di dimensioni maggiori, probabilmente una pala.

Dell’opera intera esiste una citazione, con l’angioletto musicante seduto allo stesso modo, nella pala d’altare di Francesco Vanni risalente al 1600 circa che si trova nella chiesa di Sant’Agata ad Asciano (Siena).

Descrizione dell’Angiolino musicante

L’Angiolino musicante non è altro che un piccolo angioletto raffigurato frontalmente all’osservatore mentre sta suonando uno strumento a corda. Il liuto sembra quasi troppo grande rispetto al putto e infatti copre quasi interamente il suo viso e le ali.

L’angelo è ritratto con il viso in scorcio prospettico, in cui spiccano le lunghe ciglia e le folte sopracciglia, ed è dipinto nell’atto di osservare la sua mano sinistra che sta formando un accordo sulla tastiera del liuto. Il putto è concentrato in ciò che sta facendo, ha l’orecchio poggiato allo strumento e anche la mano destra ben salda sulle corde.

Rosso Fiorentino tratta una tematica tradizionale con una reinterpretazione molto originale e una stesura pittorica dal tocco moderno. Nel dipinto spiccano il rosso delle ali del putto e il colore ocra-giallo dello strumento musicale. Inoltre, lo sfondo molto scuro della tavola mette in risalto la figura dell’angioletto.

La luce nel dipinto filtra da sinistra e prende in pieno il braccio dell’angioletto ma lascia nella penombra il volto e la parte sinistra del corpo, mentre illumina parte dei riccioli rossi. I toni freddi dei capelli, della pelle e delle ali si alternano quindi a quelli più caldi dello strumento musicale e dei toni in ombra.

Stile dell’opera di Rosso Fiorentino

Allievo di Andrea Del Sarto, Rosso Fiorentino fu un esponente della corrente manierista. Nato nel 1494, aveva una personalità molto particolare e controcorrente. Grande seguace dell’arte tradizionale del Quattrocento, amava molto Donatello, Raffaello e Michelangelo, ma presto si avvicinò al manierismo. La figura dell’angioletto, così come molti altri personaggi dipinti dall’artista, è molto realistica e poco idealizzata.

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