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Lin Delija. Le ferite dell’anima e gli universi delle attese

Lin Delija. Le ferite dell’anima e gli universi delle attese”, la mostra del pittore albanese, italiano d’adozione, che ha raccolto la semplicità straordinaria delle donne della sua epoca e raccontato il loro destino in un ritratto.

Accademia delle Belle Arti di Roma, in anteprima nazionale, dal 16 al 26 novembre.

Le donne, le loro storie, quelle espressioni colme di emozioni, sono al centro della mostra “Lin Delija. Le ferite dell’anima e gli universi delle attese”, pittore albanese, italiano di adozione, nato a Scutari nel 1926 e morto a Roma nel 1994, che scelse il comune di Antrodoco, vicino Rieti, come luogo dell’anima perché gli ricordava il suo paese d’origine.

La mostra, che sarà aperta al pubblico dal 16 al 26 novembre presso l’Accademia di Belle Arti a Roma, è promossa dall’Associazione “Lin Delija” di Antrodoco (Ri), dalla Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, con la collaborazione dell’Accademia Desiderosi del Sapere di Roma e sotto il Patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Ambasciata di Albania in Italia e del Comune di Antrodoco. Un viaggio nel percorso artistico di Delija che raccoglie le varie sfumature dell’artista, grazie alla sinergia tra paesi vicini, alla generosità di numerosi collezionisti privati che si sono resi disponibili ai prestiti delle opere del maestro e alla proficua collaborazione tra Istituzioni pubbliche e private. Ed è proprio un volto femminile a rappresentare l’immagine dell’esposizione, la cui curatrice scientifica è Angela Scilimati, nella quale Lin Delija rende straordinaria la semplicità di ogni giorno con un omaggio alle donne della sua epoca, sottolineando la dedizione e i sacrifici di lavandaie, insegnanti, operaie, attraverso la linea del ritratto e quelle pieghe del tempo nelle quali ha colto il destino di ognuna.

Un ponte tra l’analisi introspettiva e lo studio della fisiognomica per raccontare il mondo letto dai suoi occhi. Non solo donne, che pure erano il suo soggetto preferito, ma anche momenti, pensieri, malinconie, affidati ai volti del suo vivere quotidiano.

La scelta della sede è legata alla volontà di ricordare il periodo che l’artista trascorse a Roma, dove studiò proprio presso l’Accademia di Belle Arti dal 1955, allievo di Mario Mafai, Amerigo Bartoli, Mario Rivosecchi e Pericle Fazzini, dopo la fuga dal sistema totalitario che regnava in Albania e dopo gli anni di permanenza e studio a Zagabria. Sarà possibile ammirare anche il noto “Ritratto di donna”, gentilmente concesso per l’esposizione dalla Presidenza della Repubblica di Albania, e, attraverso proiezioni, le opere custodite nel Museo Civico “Lin Delija-Carlo Cesi” di Antrodoco, prezioso scrigno che conserva numerosi capolavori dell’artista.

Questo primo progetto importante prevede la valorizzazione dell’opera dell’artista con una serie di altri eventi espositivi che avranno come successiva sede Firenze e, a seguire, l’Albania, con una mostra a Scutari e una conclusione del percorso a Tirana. Il viaggio inizia proprio nell’anno in cui ricorre il trentennale dei primi sbarchi dall’Albania in Italia e, ripercorrendo le tappe principali della vita di questo artista esule, indicherà Lin Delija come “precursore” del fenomeno migratorio albanese causato da ragioni politiche e sociali.

La conclusione in Albania avverrà in un momento altrettanto significativo, ovvero la ricorrenza del venticinquennale dalla morte di Madre Teresa di Calcutta, che Lin Delija conobbe e ammirò con grande devozione e della quale realizzò numerosi ritratti.

Il percorso avrà il nome “Lin Delija. In viaggio verso casa”.

Informazioni: tel. 3394150479 – mostralindelija@gmail.com – facebook.com/mostralindelija – instagram.com/mostralindelija

Orari di visita: lunedì/venerdì 11.00/17.00; sabato 10.00/13.00.

L’accesso alla mostra sarà consentito nel rispetto delle norme vigenti sul contingentamento delle presenze ed esclusivamente ai visitatori muniti di certificazione verde Covid19 – Green Pass o in possesso di tampone molecolare o rapido negativo effettuato nelle ultime 48 ore.

Federica Rinaudo

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