Il cratere Jezero fu scelto dalla NASA come luogo d’atterraggio per il rover Perseverance poiché le analisi effettuate tramite i satelliti in orbita intorno a Marte ne indicavano la natura di delta di un antico fiume, quindi dotato delle caratteristiche più interessanti nella ricerca di eventuali forme di vita nel passato del Pianeta Rosso.
Perseverance è attualmente impegnato nello svolgere i propri compiti (oltre alla ricerca della vita marziana sta selezionando e raccogliendo campioni che dovranno essere portati sulla Terra in una seconda fase della missione) e il suo compagno, il piccolo elicottero Ingenuity, ha già superato le aspettative riguardo i primi test di volo nell’atmosfera di un altro pianeta.
Una missione NASA/ESA dovrebbe nel 2031 prendere in consegna i campioni raccolti da Perseverance
Ma sono in realtà sufficienti le prime immagini catturate dal rover dopo l’atterraggio, prima ancora che azionasse le ruote per iniziare a muoversi, a confermare la natura del cratere Jezero. Le diverse fotocamera in dotazione alla sonda hanno immortalato gli affioramenti rocciosi che costituiscono i margini dell’antico delta e in particolare una collinetta, denominata Kodiak, su cui sono chiaramente visibili gli strati sedimentari tipicamente generati dall’azione di un fiume.
Già questo primo rilievo sarà utile per una stima del livello raggiunto dall’antico lago: potrebbe essere stato 100 metri più profondo rispetto a quanto ipotizzato basandosi sulle informazioni carpite dai satelliti; inoltre, fungerà da guida nel meglio stabilire su quali campioni e in quale zona concentrare le ricerche.
Marte dovrebbe essersi desertificato 3,5 miliardi di anni fa, in seguito alla perdita del proprio campo magnetico
Osservabili nelle foto, vi sono ulteriori dettagli interessanti come la presenza di massi di notevoli dimensioni, anche un metro e mezzo di diametro, che solo un’impetuosa corrente dell’ordine dei 3000 metri cubi d’acqua al secondo può aver trasportato e depositato sopra le stratificazioni più recenti del cratere.
Tali energetici eventi potrebbero essere stati causati, paragonandoli ai fenomeni che possiamo osservare sulla Terra, da qualcosa di simile a un surge glaciale o a un evento alluvionale in luoghi desertici dove dopo lunghi periodi di secca si verificano intense piogge, tanta acqua tutta in una volta sola. Queste particolari caratteristiche potrebbero sorprendentemente rivelarsi preziose nel determinare con precisione quando Marte passò dall’essere un pianeta dalle condizioni temperate, potenzialmente abitabile, alla landa deserta visibile oggi.
Maggiori informazioni giungeranno presto, quando Perseverance avrà raggiunto le sporgenze che costituiscono i margini del lago-cratere dove potrà analizzare rocce risalenti a un periodo più “tranquillo” rispetto alle testimonianze sull’antico fondale che il rover sta attualmente percorrendo, e scoprire di più riguardo la formazione iniziale e l’evoluzione dello specchio d’acqua.
Per ulteriori informazioni: “Perseverance rover reveals an ancient delta-lake system and flood deposits at Jezero crater, Mars“, Science, 7 ottobre 2021.