Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca
Il Compianto sul Cristo morto è un capolavoro artistico del XV secolo realizzato dallo scultore italiano Niccolò dell’Arca, datato tra il 1463 e il 1490. Il gruppo scultoreo, composto da sette figure in terracotta a grandezza naturale, si trova conservato presso la chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna.
Breve storia
La datazione dell’opera è incerta, così come il suo committente. Varie ipotesi sono state fatte anche sull’identità dei vari personaggi e sulla loro esatta disposizione, dal momento che la documentazione sull’opera è quasi inesistente.
Lo spettacolare gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto è stato ospitato per lungo tempo presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Soltanto intorno al 1990 l’opera di Niccolò dell’Arca è stata trasferita nella sua collocazione originale, ovvero la chiesa di Santa Maria della Vita, che si trova nel centro storico di Bologna. Inizialmente l’opera era custodita all’interno di una saletta dell’ex-convento, mentre oggi è possibile ammirarla nella prima cappella a destra dell’altare maggiore.
Descrizione e analisi dell’opera
Il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca è un’opera di elevata intensità drammatica ed espressiva che non ha eguali nella cultura italiana dell’epoca in cui è stata realizzata. Il gruppo scultoreo è composto da sette figure in terracotta su cui sono visibili delle tracce di policromia. La figura centrale è quella del Cristo morto, che giace disteso con la testa appoggiata su un cuscino e sul cui corpo sono visibili i segni della sua grande sofferenza.
Alla sua sinistra troviamo un uomo inginocchiato con indosso degli abiti rinascimentali e con lo sguardo corrucciato rivolto verso lo spettatore, che sembra quasi un invito a riflettere sul dramma in corso. Quest’uomo è stato identificato come Nicodemo, colui che aiutò Giuseppe d’Arimatea a togliere il corpo di Gesù dalla croce. Tra le mani tiene, infatti, un martello e porta un paio di tenaglie alla cintura.
Al centro, in piedi, troviamo san Giovanni che, mentre osserva il corpo esanime di Gesù, cerca di contenere il suo dolore in un pianto silenzioso che suscita grande compassione. Tuttavia, è nelle figure femminili che la rappresentazione del dolore raggiunge i massimi livelli. Alla destra di san Giovanni troviamo la Vergine Maria con le mani giunte e con un’espressione travolta dal dolore di una madre che ha visto morire il proprio figlio. Accanto a lei, Maria Salomè, che per la sofferenza deve reggersi sulle proprie ginocchia.
Sull’altro lato, alla destra di san Giovanni, troviamo Maria di Cleofa che con un’espressione di orrore porta le mani davanti al suo volto, come per proteggersi da ciò che ha appena visto. Al suo fianco vi è Maria Maddalena, raffigurata nell’istante in cui corre verso Gesù, come se avesse appena appreso la notizia della sua morte. La sua veste sollevata dal vento rappresenta molto realisticamente l’impeto della sua corsa.
La fortuna critica
L’opera di Niccolò dell’Arca non ebbe molto successo negli anni della sua realizzazione e fu offuscata da altri compianti dallo stile più convenzionale e più fedele ai canoni rinascimentali, come quelli di Guido Mazzoni e di Alfonso Lombardi.
Per molto tempo disprezzata dalla critica, sia per il materiale costitutivo (ritenuto meno “ nobile” rispetto al marmo) sia per le espressioni dei personaggi considerate “grottesche”, il Compianto di Niccolò dell’Arca ha riscontrato invece un grande successo negli ultimi anni, anche nel vasto pubblico, che sempre più spesso si reca presso la chiesa di Santa Maria della Vita per ammirare questo capolavoro.