Gli squali apparvero molto prima dei dinosauri e sopravvissero all’evento che causò la loro scomparsa. E non sono nemmeno cambiati molto, nel corso di 300 milioni di anni, dimostrandosi evidentemente un esempio di straordinario successo evolutivo.
Il fossile di uno squalo risalente a 290 milioni di anni fa non rappresenta la scoperta di una nuova specie, ma è la prima volta che un rappresentante dei petalodonti viene rinvenuto in Cina (e la seconda in assoluto in Asia): essi prendono il nome dalla peculiare forma dei denti, appunto a petalo, che salvo rarissime eccezioni sono in genere gli unici resti reperibili.
L’esemplare doveva essere lungo fra i tre e i cinque metri
Anche questi antenati dei moderni squali erano infatti pesci cartilaginei e il tessuto molle si conserva molto più di rado in forma fossile rispetto alla più resistente struttura ossea. Il Petalodus ohioensis è per esempio il più antico vertebrato mai scoperto in Italia (Carbonifero medio) e fu identificato grazie a un unico dente.
Sono note due specie del genus Petalodus e anche i sette denti portati alla luce nella città di Yangquan sono stati attribuiti a un Petalodus ohioenesis, grazie alla forma della protuberanza dentale chiamata cingolo (o tallone) e alla radice particolarmente lunga, di dimensioni complessive simili a quelle dello squalo bianco (il protagonista del celebre film di Steven Spielberg).
In cima alla catena alimentare del Tardo Paleozoico
I paleontologi ritengono la forma a vanga e le caratteristiche della superficie dei denti del Petalodus risultasse particolarmente efficace nel lacerare i tessuti molli e nel contempo impedire alla preda di sfuggire anche grazie all’incremento dell’attrito con le tenere carni una volta che i denti vi erano penetrati.
La città di Yangquan oggi è ubicata nell’entroterra cinese, ma 300 milioni di anni fa era parte della struttura nota come Cratone della Cina del Nord e la sede di un mare dalle acque basse nella zona equatoriale fra Laurasia e Gondwana, i supercontinenti che in seguito si sarebbero riuniti a formare la Pangea.
Il fatto che il Petalodus fosse giunto dalla Laurasia, che comprendeva l’odierno Nordamerica e parte dell’Europa occidentale, dove resti di Petalodus sono stati identificati in quantità, fino al Cratone attraverso l’oceano Paleotetide denota le capacità natatorie di questo squalo preistorico, che non si limitava quindi a nutrirsi di crostacei, animali a guscio o altre prede tipiche dei fondali ma era un temibile predatore negli oceani del suo tempo.
Per maggiori informazioni: “First Record of Petalodus Owen, 1840 (Chondrichthyes, Petalodontidae) in the Lower Permian (Cisuralian) of China“, Acta Geologica Sinica, edizione in lingua inglese, (2021)