Com’è possibile ricostruire i movimenti lungo tutta la vita di una creatura di 17.100 anni fa come un mammut lanoso nordamericano di cui rimangono solo i resti delle ossa? Un particolare tipo di analisi chimica permette di conseguire questo traguardo all’apparenza fantascientifico.
Il principio si basa sulla firma isotopica: ogni regione della Terra ne possiede una peculiare derivante dai minerali nel sottosuolo le cui tracce vengono portate in superficie dall’acqua e dalla vegetazione, venendo così assorbite anche dagli animali che se ne nutrono.
Una mappa isotopica non subisce variazioni significative lungo periodi molto lunghi, su scala umana
In particolare studiando la presenza, la tipologia e il rapporto di elementi quali l’ossigeno e lo stronzio si ottiene una mappa isotopica abbastanza dettagliata da permettere di marcare aree ristrette e confrontare dati analoghi estratti da altre fonti. In questo caso una zanna di mammut.
Analogamente al tronco di un albero, una zanna cresce creando nuovi strati sopra quelli vecchi, preservando le informazioni in essi contenute; ricercatori dell’Università dell’Alaska Fairbanks in collaborazione con la National Science Foundation sono riusciti attraverso tecniche avanzate fra cui l’utilizzo del laser a ricostruire la struttura isotopica di una zanna lunga 1,8 metri, analizzandone oltre 400.000 punti dopo averla divisa in due per il senso della lunghezza.
Studi analoghi erano già stati effettuati sui denti di centinaia di piccoli mammiferi
Nel paragonare le due mappe così disponibili, quella geografica e quella della zanna, gli studiosi hanno tenuto conto anche di altri fattori quali la presenza o meno di ostacoli fisici lungo i possibili percorsi per poter determinare la più probabile via seguita dal mammut dall’inizio della sua vita, individuata nei pressi delle acque del fiume Yukon nell’entroterra, fino al momento della morte che anche secondo studi genetici effettuati in parallelo sarebbe in questo esemplare maschio sopraggiunta all’età di 28 anni.
Il risultato di questa sorprendente ricerca evidenzia spostamenti fra le varie regioni dell’Alaska secondo uno schema prevedibile: probabilmente i mammut vivevano in comunità e seguivano rotte migratorie periodiche al pari degli odierni elefanti. Il mammut dovrebbe nel corso della sua vita aver percorso una distanza pari a due volte il giro del mondo.
Per ulteriori informazioni: “Lifetime mobility of an Arctic woolly mammoth“, Science (13 agosto 2021).