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La Tempesta di Giorgione: analisi e significato

La Tempesta è un dipinto a tempera a uovo e olio di noce realizzato da Giorgione intorno al 1502-1503, oggi custodito nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia. Fonte di svariate ipotesi interpretative, questo capolavoro dal fascino ambiguo solo in apparenza rappresenta un paesaggio con figure ed il suo reale significato è ancora oggi oggetto di discussione.

Descrizione e analisi dell’opera

La Tempesta di Giorgione riproduce un paesaggio campestre nel cui interno, a sinistra, sono dipinti dei ruderi classici. Infatti, si possono notare un muro parzialmente eretto ed un basamento su cui si elevano due tronchi di colonna. Sono tre le figure dipinte in primo piano: a sinistra è raffigurato un uomo in piedi, con vesti rinascimentali, che si poggia ad un bastone esile e lungo, a destra è invece raffigurata una donna seminuda seduta su di un prato nell’atto di allattare il figlioletto.

Giorgione, Tempesta, 1502-1503, Gallerie dell’Accademia, Venezia.

Al centro della scena scorre un fiume sul quale sorge un ponte, mentre sull’orizzonte si intravedono gli edifici di quella che sembra a tutti gli effetti una città. A rendere inquietante la scena è il cielo cupo e denso di nubi, squarciato da un lampo che annuncia un temporale. Ad incorniciare lo scenario è la vegetazione, rappresentata da grandi alberi e cespugli che creano un contrasto piacevole.

Simbologia dell’opera e interpretazioni

Nonostante in apparenza la Tempesta di Giorgione rappresenti un paesaggio naturale completato da alcune figure, in realtà l’opera è sottoposta ad uno schema geometrico ben preciso, così come dimostrano alcune indagini storiche ed estetiche eseguite dagli esperti.

Le figure principali sono disposte in corrispondenza delle diagonali del dipinto, una strategia che aiuta lo spettatore ad osservare le varie parti dell’opera. La progettazione è stata quindi creata per guidare lo sguardo dell’osservatore.

Anche sul contenuto stesso dell’opera sono state avanzate molte ipotesi. Secondo alcune interpretazioni, la donna che allatta simboleggia la Madre Natura che dona nutrimento, l’uomo rappresenta il principio maschile che feconda la terra, mentre le colonne spezzate potrebbero alludere all’inevitabilità della morte. Secondo altre ipotesi, le tre figure rappresentano Adamo ed Eva fuori dal Paradiso terrestre assieme al loro primogenito Caino ed il fulmine sarebbe il simbolo dell’ira divina.

Nonostante il soggetto ancora oggi rimanga sconosciuto, gli studiosi considerano il paesaggio e la tempesta che sta per accadere come gli elementi principali dell’opera. Inoltre, sembra che i personaggi dipinti siano stati aggiunti per completare l’opera e che non abbiano una importanza rilevante. Tramite una radiografia è stato, infatti, possibile vedere che in precedenza, al posto dell’uomo, era stata raffigurata una donna nuda seduta in riva ad un ruscello. Invece, sul ponte era stata dipinta una figura in cammino che portava sulla spalla un fagotto legato ad un bastone.

Storia dell’opera

La Tempesta di Giorgione fece la sua comparsa per la prima volta negli appunti di Marcantonio Michiel nel 1530, in cui annota di aver visto in casa di Gabriele Vendramin un quadro che corrisponde alla descrizione di una tempesta identica a quella realizzata dall’artista. Si tratta della sola testimonianza che ha permesso di collocare l’opera in quell’epoca.

Quando Vendramin muore, raccomanda nel suo testamento di non vendere la sua collezione privata di quadri. Tuttavia, nei successivi secoli la tela scompare e ricompare solo quattro secoli dopo, esattamente nel 1932. La tela è visibile fra le proprietà del principe Giovannelli, che vende il capolavoro di Giorgione al comune di Venezia. Da allora, l’opera si trova nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

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