Cercate un film d’animazione divertente ma profondo da vedere in un sabato sera in famiglia? I Mitchell contro le macchine fa proprio al caso vostro! La pellicola, scritta e diretta da Mike Rianda e Jeff Rowe e distribuita su Netflix nel 2021, è una piccola perla del cinema d’animazione, colma di riferimenti pop, di buoni sentimenti e di idee accattivanti. Da guardare, rigorosamente, con una scatola di pop corn da condividere (e da potersi litigare).
Trama
I Mitchell sono l’esempio perfetto di famiglia non perfetta: padre tecnofobo e ossessionato dalla natura, madre iper protettiva e accondiscendente, figlio piccolo appassionato di dinosauri e associale e figlia maggiore nerd cinematografica, in accesa ostilità con il padre. Un disastro annunciato agli occhi di tutti, dunque, quando Rick, il padre, decide di accompagnare la figlia Katie al college in un viaggio di famiglia.
Quello che comincia proprio come una delirante avventura in macchina diventa presto una sfida di sopravvivenza, quando la rivolta di un nuovo tipo di tecnologia investe l’umanità, e i Mitchell rimangono gli unici essere umani liberi in tutto il mondo. Riusciranno a mettere da parte le loro stranezza e divergenze, e a comportarsi come una famiglia normale? O forse sarà proprio la loro anormalità a salvare il mondo?
I Mitchell contro le macchine: la bellezza della diversità
Se volessimo trovare un solo messaggio ne I Mitchell contro le macchine, potremmo riassumere il senso del film in: strano è meglio. Perché proprio la diversità, intensa come deviazione dal modo di essere comunemente considerato normale, è al centro della celebrazione di questa pellicola. Rick, Katie, Linda, Aaron e Monchi sono infatti una famiglia squisitamente anormale e dunque deliziosamente interessante.
La rivoluzione delle macchine, qui guidata da un’IA che soffre di sindrome dell’abbandono, non è che un espediente per raccontare ben altro. Ovvero per mettere in luce quanto le relazioni tra chi si vuol bene spesso prescindono tutto, perfino il trovarsi affine. E che si può amare anche le stranezze altrui, specie quando risuonano e rendono ancor più brillanti le nostre.
I Mitchell contro le macchine ha riscontrato un grande successo del pubblico, forse proprio grazie a questa sua semplice eppure efficace spinta verso l’accettazione delle differenze. E per la sua innata stravaganza, resa ancor più marcata dalla grafica cartoonesca anni ’90 che esalta la giù ottima CGI della pellicola. Un film d’animazione da guardare, appunto, in famiglia, per ridere delle stranezze dei Mitchell e un po’ anche delle proprie.
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