21 Novembre 2024
cristovelato

Realizzata nel 1753, il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino è considerato uno dei capolavori scultorei più importanti al mondo. Ricavata interamente da un unico blocco di pietra, questa preziosa perla dell’arte barocca è frutto dell’abilità di Sanmartino nel manovrare lo scalpello e della fiducia datagli dal suo committente, Raimondo di Sangro.  La scultura è esposta al centro della navata della Cappella Sansevero di Napoli.

Descrizione del Cristo Velato

In questa scultura, Sanmartino ha rappresentato il corpo ormai esanime di Cristo che giace orizzontale, disteso su un materasso marmoreo. Due grandi cuscini decorati con nappe agli angoli sollevano il suo capo, mentre un lenzuolo sottile, per la precisione un velo, ricopre il cadavere e lascia intravedere, proprio come se fosse un tessuto trasparente, le forme magre del corpo.

Giuseppe Sanmartino, Cristo velato, 1753, Cappella Sansevero, Napoli.

Gesù viene raffigurato in tutta la sua sofferenza, mostra infatti il petto gonfio, il collo magrissimo, gli occhi socchiusi, i capelli sono arruffati e addirittura madidi del sudore provocato dall’agonia. Ai piedi del materasso sono poggiati i simboli del martirio, la corona di spine, la spugna imbevuta di fiele, i chiodi e la tenaglia per estrarli dal legno.

Storia e significato dell’opera

In origine la scultura doveva essere collocata nel mausoleo di famiglia di Raimondo di Sangro e in un primo momento la commissione dell’opera era stata affidata allo scultore Antonio Corradini. Purtroppo, lo scultore morì poco dopo, nel 1752, e aveva fatto in tempo a realizzare un bozzetto in terracotta che oggi si trova presso il Museo Nazionale di San Martino.

Il lavoro passò a Giuseppe Sanmartino, che ricevette dal committente l’incarico di realizzare una statua di marmo a grandezza naturale, che rappresentasse Nostro Signore Gesù Cristo morto, avvolto da un sudario trasparente. La singolarità della richiesta era che il velo doveva essere prodotto dallo stesso blocco della statua.

Lo scultore Sanmartino prese come punto di riferimento il bozzetto realizzato da Corradini e realizzò un capolavoro talmente bello e suggestivo da colpire anche il Canova, che voleva addirittura comprare l’opera. Il messaggio stilistico del Cristo velato è nel velo, e dal suo movimento viene rivelata l’anatomia del Cristo morente.

La trasparenza del sudario rivela un sentimento di sofferenza che Sanmartino ha saputo infondere nel corpo, mentre i dettagli decorativi del sudario e degli strumenti del martirio evocano un’atmosfera commovente e drammatica. Con questa eccezionale opera l’artista, dotato di una profonda sensibilità, ha fatto della sofferenza del Cristo il simbolo del riscatto di tutta l’umanità.

La leggenda del velo

Sul velo realizzato da Sanmartino, creato con arte sopraffina e reso trasparente quasi fosse un tessuto, tanto da lasciare sbalorditi anche i più abili osservatori, è nata una leggenda che ha visto protagonista il famoso scienziato e alchimista Raimondo di Sangro, committente dell’opera.

Secondo la leggenda, l’alchimista aveva insegnato a Sanmartino come calcificare il tessuto in cristalli di marmo. Si credeva infatti che lo scultore avesse poggiato sulla statua un vero e proprio velo e che, attraverso un processo chimico, lo avesse marmorizzato.

Nulla di più falso: il velo è stato realizzato interamente in marmo, dallo stesso blocco usato per la statua, come hanno dimostrato svariate analisi eseguite da esperti.

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