21 Novembre 2024
Il Pluridens serpentis

Il Pluridens serpentis si nutriva di piccole prede ma era in grado di combattere ferocemente, forse con i propri stessi simili (Credit ricostruzione artistica: Andrey Atuchin)

Scoperta l tredicesima specie di mosasauro del Creataceo marocchino: era lungo fino a otto metri.

Nonostante il nome, il mosasauro non era un dinosauro ma un rettile marino: la conoscenza scientifica sulle antiche creature ha fatto enormi passi in avanti rispetto all’epoca della loro scoperta e denominazione.
Come il 90% della vita del Cretaceo, dei dinosauri condivise nondimeno il destino.

Il Marocco, un paradiso per i paleontologi

Denominata Pluridens serpentis, è la terza nuova specie di mosasauro scoperta in Marocco in meno di un anno e la tredicesima in assoluto, ma la differenza che balza subito all’occhio è costituita dalla sua stazza: poteva raggiungere otto metri di lunghezza, ben più della maggior parte dei suoi simili.

Fra le altre caratteristiche, si evidenziano mascelle sottili e slanciate su cui trovavano posto oltre cento acuminati denti ricurvi in grado di ghermire piccole prede come pesci e molluschi.
Dotato di occhi più piccoli rispetto ai suoi contemporanei, erano tuttavia presenti sulla parte anteriore del cranio decine di aperture per il passaggio di nervi che gli consentivano probabilmente di percepire con precisione cambiamenti ambientali come i movimenti dell’acqua e le modifiche nella pressione.

Quando l’evoluzione porta verso occhi di dimensioni ridotte è perché il predatore può contare su altri sensi che gli permettono di cacciare in condizioni di scarsa luminosità o anche nel buio totale delle acque torbide e probabilmente era dotato di ulteriori caratteristiche utili allo scopo, come la sorta di sensori chimici posti sulla lingua di odierni serpenti o lucertole d’acqua.

Nonostante la somiglianza con balene o delfini, i mosasauri erano rettili e come tali si comportavano

Gli esemplari più grandi di Pluridens, probabilmente maschi, sono dotati di mascelle dalla struttura solida e massiccia su alcune delle quali sono anche state rinvenute evidenze di ferite in via di guarigione che inducono i ricercatori a ipotizzare un comportamento aggressivo e violenti combattimenti.

Ma lo scenario dei mosasauri del Marocco è particolarmente interessante anche nel suo insieme: tutta una serie di specie molto diverse l’una dall’altra, con dentature che variano da quelle tozze e smussate adatte alla rottura dei gusci dei crostacei e delle ammoniti ad altre ideali per la cattura di piccole prede e altre ancora che potevano strappare la carne da creature di maggiori dimensioni. Inclusi altri mosasauri.

Questa sorprendente diversità è indice del grande successo evolutivo di questa specie, giunta al suo apice negli ultimi milioni di anni del Cretaceo (in contemporanea con il tirannosauro, per intenderci) ma che nulla poté contro l’asteroide che sconvolse la vita sull’intero pianeta circa 66 milioni di anni fa.

L’eredità paleontologica del Marocco è straordinaria e i ricercatori sono convinti il numero delle specie di mosasauro che lo abitavano sia destinata a crescere ulteriormente, rivelando ulteriori sorprese.

La ricerca “Pluridens serpentis, a new mosasaurid (Mosasauridae: Halisaurinae) from the Maastrichtian of Morocco and implications for mosasaur diversity” di Nicholas Longrich, Nathalie Bardet, Fatima Khaldoune Oussama, Khadiri Yazami Nour-Eddine Jalil è apparsa su Cretaceous Research.

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