I mangiatori di patate è un dipinto ad olio su tela realizzato da Vincent Van Gogh nel 1885 e conservato presso il Museo Van Gogh di Amsterdam. Il dipinto è considerato dagli storici dell’arte come la prima importante opera di Van Gogh con caratteristiche tipiche dello stile espressionista.
Analisi dell’opera
Il dipinto raffigura una famiglia di contadini all’interno di una povera abitazione della località di Nuenen, città dove Van Gogh visse e lavorò per circa due anni (dal 1883 al 1885). I contadini sono rappresentati nel momento in cui si riuniscono attorno ad una modesta tavola per consumare la cena, dopo una lunga giornata trascorsa a lavorare nei campi.
Il dipinto propone una rappresentazione autentica della realtà, che il pittore porta alle sue estreme conseguenze, discostandosi però nettamente dai canoni estetici del realismo romantico. I mangiatori di patate rappresenta una realtà cruda e impietosa, che mette a nudo la condizione sociale di estrema povertà dei contadini dell’epoca.
Le figure sono deformi e grezze, con i volti quasi grotteschi e le dita delle mani nodose. Le stesse espressioni dei contadini, con lo sguardo perso nel vuoto, esprimono la grande fatica del loro lavoro e la rassegnazione alla loro condizione di povertà. Il cibo sulla tavola è costituito unicamente da un piatto di patate calde, da cui si vede fuoriuscire del vapore. Sulla destra, invece, un’anziana donna versa del caffè in delle semplici tazzine.
Interpretazione e significato dell’opera
I mangiatori di patate fu dipinto da Van Gogh all’età di 32 anni, periodo in cui l’artista scelse di seguire le orme del padre nella sua attività di predicatore protestante. Quest’attività fu probabilmente determinante nella scelta da parte del giovane artista di dipingere dei soggetti che in genere non erano ritenuti degni della rappresentazione pittorica, ovvero le classi sociali più povere, tra cui i contadini. I soggetti delle tele di Van Gogh sono rappresentati nella loro reale e autentica condizione di povertà, senza alcun compiacimento estetizzante, ma (al contrario) portando agli estremi la “bruttezza” delle figure.
L’intento di Van Gogh, come lui stesso scrisse nelle numerose lettere indirizzate al fratello Theo, era quello di ritrarre in maniera realistica la vita quotidiana dei contadini, che tutti i giorni coltivavano la terra e si cibavano dei suoi frutti guadagnandosi da vivere in maniera onesta. In questo modo, l’artista voleva mettere in evidenza il faticoso lavoro e la grande umiltà dei più poveri, una dura realtà che la gente benestante (tra cui lo stesso Van Gogh) quasi non conosceva.
Scrive Van Gogh: «Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole».