Nomadland: la fragile bellezza della solitudine
Ha vinto tre tra le statuette più importanti degli Accademy Awards 2021. Nomadland è il nuovo lavoro di Chloé Zhao, adattamento cinematografico del libro di Jessica Bruder Nomadland – Un racconto d’inchiesta. Con una straordinaria Frances McDormand come protagonista, il film racconta la vita di persone che hanno scelto (più o meno spontaneamente) di condurre una vita da nomadi nell’America del XXI secolo.
Trama
Frances McDormand è Fern, donna che perde il lavoro e la casa dopo la chiusura di una fabbrica in Nevada e la cancellazione del CAP della piccola cittadina in cui viveva. Senza più radici, Fern decide di rendere il suo van una casa e di spostarsi per l’America, in cerca di lavori stagionali. La realtà nomade è però tutt’altro che solitaria, e la strada di Fern incrocia spesso quella dei numerosissimi altri americani che hanno deciso di viaggiare.
Tra paesaggi mozzafiato, Gran Canyon e meravigliosi tramonti, Chloé Zhao e Frances McDormand ci mostrano un volto dell’America inedito ed esaltante. Quello che si nasconde dietro le logiche ferree della società, fatto di aiuto disinteressato, empatia e condivisione delle solitudini.
La bellezza di Nomadland
Quando un film si porta a casa ben tre statuette importanti (Miglior film, Miglior regia e Miglior attrice protagonista) non può che attirare l’attenzione degli spettatori. Nel caso di Nomadland, disponibile su Disney+ dalla fine di Aprile, la nostra curiosità era accentuata dalla particolarissima tematica, nonché dall’accattivante fotografia che si intuiva già a guardare il trailer.
È innegabile che si tratti di una pellicola che andrebbe vista in sala. Ma anche sul piccolo schermo di casa, l’effetto visivo ed emotivo di Nomadland è impareggiabile. Siamo davanti a una narrazione potente ed evocativa, che fa delle pause, delle attese, dei tramonti e delle albe il suo linguaggio principale. La McDormand parla poco, così come il resto del cast. Ma sono i gesti, gli sguardi, i momenti condivisi a fare davvero il film.
Nomadland è un racconto di vita estesa, sganciata dai rigidi schemi sociali. Una vita dura ma libera, vitale e vibrante. Così com’è vibrante l’intera struttura della pellicola, capace di colpire sia l’occhio che il cuore. Chloé Zhao conquista lo spettatore con bellezza e genuinità. Imprimendo nella memoria il ricordo di un viaggio sospeso nello spazio e nel tempo. Un viaggio che, in un certo senso, sembra volersi fare metafora della vita stessa.
Da recuperare assolutamente, meglio al cinema ora che è di nuovo possibile.
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