Ma Rainey’s Black Bottom: i candidati agli Oscar 2021
Primo appuntamento di una maratona che ci terrà compagnia fino alla Notte degli Oscar. Vi portiamo con noi in un’immersione cinematografica tra i candidati degli Academy Awards di quest’anno. Iniziando dal Ma Rainey’s Black Bottom di George C. Wolfe, nominato tra gli altri per migliore attrice protagonista a Viola Davis e migliore attore a Chadwick Boseman.
Trama
Ma Rainey’s è la regina del blues, o la madre per esattezza. Arrivata a Chicago negli anni ’20, è lì per incidere il suo album, sotto richiesta di un discografico e del suo agente. Con lei arriva la sua band, tra i quali spicca il trombettista Levee, che sogna di diventare un compositore avere un giorno una band tutta sua.
Chiusi nella sala delle prove e poi in quella di incisione, i membri della band cominciano però a discutere, aizzati dalla presenza del nipote balbuziente di Ma. Inizia così una serie di dialoghi e monologhi che scavano nel cuore stesso della storia di schiavitù e sfruttamento del popolo afro-americano.
Ma Rainey’s Black Bottom: poca musica e molto (forse troppo) teatro
Che il lato teatrale di Ma Rainey’s Black Bottom fosse il punto cardine, appare evidente fin dalla sua costruzione. La pellicola è infatti un adattamento dell’opera teatrale omonima di August Wilson, uscita nel 1984. George C. Wolfe la riporta sulla schermo, cercando un compromesso tra cinema moderno e teatro. Il risultato è però un film di appena un’ora e mezza che non riesce, a nostro avviso, a catturare davvero lo spettatore.
Basato interamente sui dialoghi, il film stagna nelle stesse due stanze, non riuscendo a far emergere in esse le psicologie dei vari personaggi. Leeve (interpretato da un magnifico Chadwick Boseman alla sua ultima performance) è forse quello che viene reso meglio di tutta la pellicola; eppure anche lui appare un po’ sfocato, perso nel grande minestrone, o forse sarebbe meglio dire stufato, che costituisce la non trama di questa storia.
I temi portanti sono gli effetti del dominio dell’uomo bianco, il rapporto con dio e con la morte e la volontà di riscatto, che viene invariabilmente risucchiata da un mondo che non lascia agli afro-americani alcuna speranza di rivalsa. Pure Ma Rainey, con tutto il suo talento, non può che rimanere uno strumento, una voce nelle mani dell’uomo bianco, da registrare e distribuire alle masse.
Alla fine della giornata, chi non è nato bianco può solo soccombere, senza che i suoi sogni trovino mai un vero sbocco. Anche la vendetta, che sembra alimentare Leeve e tenerlo in piedi, non fa che ritorcersi contro di lui e contro i suoi fratelli. In una spirale di disperazione che non può che soffocare.
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