La Dama con l’ermellino porta la firma di Leonardo da Vinci ed è in assoluto fra i suoi ritratti più affascinanti, offuscato solo dalla fama della Gioconda, ma della quale porta tratti inconfondibili, come lo sguardo intenso e la sublime raffinatezza. Molto apprezzato da critici ed intenditori, il dipinto raffigura una donna dotata di grazia ed estrema delicatezza, che è stata identificata con la quindicenne Cecilia Gallerani, l’amante giovanissima di Ludovico Sforza.
Datazione del dipinto e simbologia
Realizzata fra il 1488 e il 1490, la Dama con l’ermellino risale al periodo milanese di Leonardo da Vinci e fu commissionata da Ludovico Sforza detto il Moro, all’epoca duca di Milano. Nonostante non vi siano testimonianze che confermino l’identità della Dama, come detto prima pare che si tratti della bellissima Cecilia Gallerani, una giovane nobile milanese nota per la straordinaria bellezza, che fu anche fra le amanti del Moro più famose dell’epoca.
A confermare l’identità del soggetto è comunque la simbologia dell’opera. L’ermellino, infatti, è un piccolo animale il cui nome greco, galè, corrisponde alle prime due sillabe del cognome della dama. Inoltre, simboleggia il titolo di Cavaliere dell’Ordine dell’Ermellino, di cui Ludovico venne insignito da Ferdinando I re di Napoli. Simbolo di castità, l’ermellino veniva spesso raffigurato in braccio a fanciulle nobili, e in questo caso allude alle virtù di Cecilia. L’opera è conservata a Cracovia, presso il Museo Czartoryski.
Caratteristiche dell’opera
In questo capolavoro, Leonardo raffigura la donna con il busto verso sinistra ed il viso rivolto a destra, come se fosse in movimento, e rimanda allo spettatore il caratteree lo stato d’animo del momento, che mette a nudo l’interiorità del personaggio.
La giovane donna sta guardando qualcosa che ha catturato la sua attenzione. Anche l’ermellino che tiene in braccio guarda nella sua stessa direzione. Probabilmente, in quel momento era sopraggiunto nella stanza qualcuno che conoscevano, magari il duca stesso.
La posizione della donna è naturale e spontanea, ma al tempo stesso rivela l’aspetto solenne e imperturbabile di una statua antica. Il suo sguardo, vivo e profondo, è quello di una donna sofisticata, intelligente, attraente, ma è anche forte e deciso.
La dama nel dipinto viene messa in risalto dalla luce che proviene da destra, che ne esalta la dolcezza e i lineamenti del viso. Da notare l’aspetto molto curato, sobrio e senza troppi sfarzi. Le parti più elaborate sono le maniche a sbuffo e realizzate in due colori diversi. Come gioiello ha solamente la lunga collana di perle scure e sulla fronte porta un laccio nero che ferma un velo della stessa tonalità dei capelli raccolti.
Curiosità
La storia conferma la relazione fra Cecilia e Ludovico il Moro, i quali ebbero anche un figlio, ma lui non la sposò mai perché era già promesso a Beatrice d’Este. Il Duca, però, teneva molto a lei e per questo le offrì in dono Palazzo Carmagnola, situato a poca distanza dal Castello Sforzesco.