Alle donne che lavoravano sul fronte interno, durante la Prima Guerra Mondiale, venne richiesto di riconsiderare molti aspetti della loro vita, dal cibo che mettevano sulla tavola… fino a quello che indossavano sotto i vestiti.
Sul fronte interno, le donne intensificarono anche il lavoro nelle ferrovie, precedentemente dominate dagli uomini, nelle fattorie e nelle fabbriche.
Vedere le donne in questi nuovi ruoli spostò l’opinione pubblica su ciò che le donne erano capaci, ed erano in grado, di fare.
Persino il presidente Woodrow Wilson, in un discorso, dichiarò che il suffragio delle donne “era di vitale importanza per il successo della Grande Guerra in cui siamo impegnati.”
Questi nuovi ruoli richiedevano abiti nuovi, più liberatori…e nuova biancheria femminile.
Il razionamento durante la Prima Guerra Mondiale
Alle donne del fronte interno venne anche chiesto di riconsiderare molti aspetti della loro vita, dal cibo che mettevano sulla tavola a quello che indossavano sotto i vestiti.
Nel 1917 il presidente del consiglio delle industrie belliche degli Stati Uniti, Bernard Baruch, chiese alle donne di smettere di comprare i corsetti.
La maggior parte dei corsetti all’epoca non erano più realizzati con l’osso di balena, ma con fermagli metallici, metallo che peraltro poteva essere impiegato meglio nello sforzo bellico.
Le donne erano ansiose di mostrare il loro patriottismo e i rapporti riferiscono che 28mila tonnellate di acciaio vennero dirottate, presumibilmente sufficienti per costruire due corazzate.
Il destino del corsetto: da indumento di tutti i giorni a “figura interiorizzata”
Per quanto riguarda il corsetto, sebbene sia stato eclissato dal reggiseno nei decenni a venire, la sua promessa di una figura più snella non è mai svanita del tutto.
Le donne, infatti, hanno costantemente adattato il loro aspetto al tipo di corpo ideale di una data epoca, sia attraverso gli indumenti intimi che in altro modo.
Le donne, in realtà, non hanno mai rinunciato del tutto al corsetto: oggi, anche se di meno rispetto all’inizio degli anni Duemila, lo troviamo ancora in alcune sottoculture urbane, come quella goth o quella metal.
Ci sono poi alcune donne che, “purtroppo”, lo hanno “interiorizzato” attraverso la dieta e l’esercizio fisico, i piegamenti addominali e i trattamenti laser per trattare la cellulite.
Una volta che i vestiti femminili hanno cominciato a mostrare più pelle, le donne hanno dovuto effettivamente (ancora una volta) cambiare il loro corpo o avere un atteggiamento diverso nei confronti del loro corpo.
Di Francesca Orelli
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